ROCCO, IL SUO "BRACCINO" E UNA PIA ILLUSIONE

05.09.2019 00:00 di  Sonia Anichini   vedi letture
ROCCO, IL SUO "BRACCINO" E UNA PIA ILLUSIONE

Si può finalmente dire che ora siamo a bocce ferme, anche se per i risultati girano in maniera vortiginosa, perché il mercato è terminato e il Mister può avere le sue certezze e i suoi uomini a disposizione. Non sapremo mai se è stato accontentato del tutto, se i calciatori da lui richiesti sono arrivati ma adesso può concentrarsi sul materiale che ha per mostrarci una Fiorentina che ci auguriamo non sia quella vista a Genova. Se devo essere sincera mi aspettavo qualcosina di più, alcuni dei nomi sbandierati e più prestigiosi sono rimasti nei discorsi e accasati altrove e mi colpisce sentir dire che Pradè ha speso meno di quanto messo a disposizione della società. Si sfottevano i fratellini e ora Rocco ha trovato nel Direttore il suo "braccino"? Siamo passati da uno spendaccione, spesso anche in malo modo, come Corvino ad un DS oculato come l’attuale. Spendere a bischero non fa bene a nessuno e intanto prendiamo atto che il monte ingaggi è quasi raddoppiato a riprova di voler fare le cose in grande.

Non mi sogno nel modo più assoluto di fare polemica con la nuova dirigenza, che per me ha un bonus di almeno un paio di anni per portarci in Europa, perché capisco che i tempi tecnici che ha avuto per rilevare e strutturare la società e allestire una squadra più forte dello scorso campionato (ci voleva poco, potremo dire!) sono stati molto stretti. Il dispiacere per quanto visto a Marassi, non deve diventare scoramento. Mi sono tornate alla mente le difficoltà dello scorso anno dell’Atalanta nella prima fase di campionato e sappiamo benissimo dove poi è arrivata. Non siamo forti come erano i bergamaschi? Forse, ma la fiducia non deve mancare anche se ci aspetta un cammino molto complicato. Continuo ad avere qualche perplessità su Montella, ma ora sta a lui spazzare via tutti i mugugni e ripartire dagli sprazzi di bel gioco e di sfrontatezza visti contro il Napoli.

Un'altra persona che ha bisogno di ritrovare la strada giusta e Federico Chiesa, nostro pupillo e nostra bandiera, così pare lo ritenga Commisso. Questa è la prima cosa sulla quale non mi trovo d’accordo con Rocco: io non credo che le bandiere esistano più nel calcio moderno e i calciatori non si legano per la vita ad una sola squadra, ormai è una pia illusione. Sono contenta che abbia mantenuto la promessa di trattenerlo a Firenze ma gli dia una scrollatina, come si dice dalle nostre parti, perché pare apatico e immusonito. Contro il Genoa, a parte il gol mancato all’inizio, si è risvegliato solo nel finale quando ormai il danno era fatto e questo da uno con i suoi numeri non è accettabile. Pradè ha sentenziato che si aspetta da Federico almeno 15 gol e su questo non si può che concordare.

Forse il 25 gigliato è preoccupato dalla “minaccia” di Commisso di tenere i più forti per tanti anni alla Fiorentina? Aveva fatto idea di giocare su palcoscenici più importanti? L’ambizione può essere d’aiuto nella vita ma va coltivata: che lui torni a livelli di eccellenza, che chiaramente la squadra lo aiuti per il bene di tutti e avere in squadra Ribery è un’occasione d’oro per tutti i nostri giovani che da lui possono solo imparare. Se penso a quello che poteva essere questo mercato se “loro” non se ne fossero andati, mi vengono i brividi e quindi attendo fiduciosa i momenti di gloria viola che sono sicura arriveranno. Rocco ha detto di dargli tempo e io sono disposta a darglielo.

La Signora in viola