QUELLI CHE ASPETTANO IL 28: IL CASO DI WOMEN'S E PRIMAVERA

27.05.2020 13:00 di Andrea Giannattasio Twitter:    vedi letture
QUELLI CHE ASPETTANO IL 28: IL CASO DI WOMEN'S E PRIMAVERA

E poi insieme ai big, perlopiù miliardari e alle prese col dilemma se rinunciare a 100 o 200 mila euro dalle mensilità del lockdown (beato chi davvero ha di questi problemi), ci sono anche altri che attendono di sapere quale epilogo riserverà loro la stagione 2019-2020. Parliamo in questo caso della squadra Primavera e della formazione femminile, bloccati fin da inizio marzo al pari dei professionisti e in perenne attesa di conoscere il proprio destino dalla riunione di domani tra Ministero dello Sport, Lega di A e FIGC, che dovrà dare un indirizzo decisivo al calcio italiano. In un senso o nell’altro. Le premesse non sono delle migliori per quanto riguarda baby e ragazze, visto che il protocollo che è stato stilato (a fatica) per gli allenamenti e per la disputa delle patite in Serie A difficilmente potrà essere applicabile in modo così capillare anche al mondo del calcio giovanile e quello femminile ma l’ultima parola non è ancora detta. Specie per quanto riguarda le Women’s di Cincotta, il settore che al momento può ancora cullare legittime ambizioni di ripartenza.

IL CASO WOMEN’S - Il direttivo che si è riunito lunedì ha stilato un protocollo ad hoc anche per la Serie A femminile, prendendo le mosse da quello per il calcio maschile con però alcuni aggiustamenti. Un lavoro che consentirà a Ludovica Mantovani, presidente della Divisione femminile, di presentarsi domani all’incontro con il ministro Spadafora forte di un documento che porti alla ripresa. In questo caso, l’Italia viaggerebbe a braccetto con la Germania (la Freulen-Bundesliga ripartirà infatti venerdì 29 maggio), l’Inghilterra, la Francia e la Spagna: tutte hanno già deciso la conclusione dei rispettivi campionati femminili, anche di primo livello. All’appello manchiamo solo noi. Il piano per la ripartenza prevede che gli ultimi sei turni siano giocati da metà luglio in poi, anche se le calciatrici (il capitano dell’ACF Women’s Guagni in primis, che sul tema si è più volte esposta) vorranno prima capire quali metodi di controllo sul Covid-19 verranno applicati. L’ipotesi infatti che per uomini e donne vengano scelti due protocolli diversi, quando in ballo c’è la stessa identica necessità di salute, potrebbe complicare tutto e scatenare nuove polemiche.

LA PRIMAVERA AL PALO - I baby del campionato di Primavera 1 e 2 sono l’unico ramo del settore giovanile al quale non è stato ancora ufficialmente comunicata la soppressione della stagione. Questo perché, al contrario delle selezioni che vanno dall’Under15 all’Under18, la Primavera è sotto l’egida della Serie A mentre gli altri campionati sono organizzati dal settore scolastico della FIGC. Per la formazione di Bigica (che oltretutto avrebbe pure una meritatissima finale di Coppa Italia da giocare) è ancora tutto sospeso ma le chances di tornare a giocare sono davvero poche. In ballo infatti c’è la salute di svariati minorenni e, nel caso specifico della Fiorentina, ci sarebbero alcune “storture” che non agevolerebbero il ritorno al lavoro (per i viola ci sarebbero ancora dieci turni da giocare oltre, come detto, all’ultimo atto della Coppa in gara secca contro l’Hellas Verona): al tecnico Bigica, dopo tre anni con ottimi risultati, è stato già comunicato l’addio da dopo il 30 giugno e oltretutto quattro big della squadra (i difensori Dalle Mura, Dutu e Chiti e il mediano Beloko) si allenano già da una settimana con la truppa di Iachini. Se la Primavera dovesse ripartire dovrebbe farlo senza un poker di colonne portanti e soprattutto con l’imbarazzo di avere in panchina un allenatore ormai con i giorni contati. Meglio, forse, chiuderla qui.