NOVE MILIONI DI BUONI MOTIVI
“Felice di essere arrivato a Firenze ma... non mi piace giocare interno di centrocampo”. Diciamo che gli approcci non sono mai stati proprio il punto di forza di Josip Ilicic ma, del resto, delle sue qualità di retorica o diplomazia ben poco interessa ai tifosi della Fiorentina. Quel che invece tutta Firenze gli chiedeva, dal suo arrivo nell'estate del 2013, era di confermare quanto di buono mostrato negli anni a Palermo - con il quale, tra l’altro, era solito punire spesso i viola - e, magari, provare a consacrarsi e a fare il decisivo salto di qualità proprio in riva all’Arno.
Atteggiamento ostruzionista e il più delle volte svogliato. Prestazioni incolore e ben al di sotto delle aspettative. Il tutto condito con due gol sbagliati nei momenti forse più importanti e decisivi della stagione gigliata (al Franchi negli ottavi di EL contro la Juve e nella tragica notte di Roma del 3 maggio contro il Napoli di Rafa Benitez). Momenti, episodi che non sono certo serviti ad affievolire e a calmare il fiume di critiche che ormai da un anno e mezzo accompagna il suo interminabile e tedioso periodo di "ambientamento". Montella ha sempre dimostrato di crederci e, nonostante le innumerevoli chances mancate, l’obiettivo del tecnico campano è sempre sembrato quello di voler tentare in tutti i modi di recuperare il talento ex Palermo. Soprattutto dal punto di vista mentale. Ilicic le qualità ce le ha e in questi primi anni italiani, soltanto a sprazzi è riuscito a tirarle fuori. La Fiorentina lo sa e ha circa nove milioni di buoni motivi per continuare a credere in lui e tentare di rilanciarlo ad alti livelli. Sì perché nell’estate del 2013 i viola sborsarono la mirabolante cifra di nove milioni di euro per assicurarsi il cartellino dello sloveno. Il suo arrivo passò un po’ in sordina. Del resto, Zamparini arrivò a Firenze per trattare con i viola, proprio in quel famoso pomeriggio di metà luglio nel quale la stella di Mario Gomez illuminò i 25000 del Franchi per la prima e, fino ad oggi ultima, volta. Da quel giorno lo sloveno non ha inciso e non è riuscito a scrollarsi di dosso la definizione di "oggetto misterioso".
Ieri, Montella ha deciso di schierarlo dal primo minuto al fianco del giovane attaccante dell'Under 21 Federico Bernardeschi. Ottima la prova del fantasista ex Palermo, condita con un assist al bacio a Juan Vargas che è valso i tre punti ai viola. Certo, una partita non può bastare a cancellare le problematiche che hanno accompagnato questo suo anno e mezzo fiorentino ma di sicuro, la strada imboccata a piccoli e timidi passi sembra però quella giusta.
La Fiorentina, del resto, ha veramente soltanto da guadagnarci.