NICO E I FANTASMI DEGLI ULTIMI TOP-PLAYER VIOLA: ADESSO GLI SERVE UN PO' DI FORTUNA

Sembra quasi una maledizione quella che ormai da anni riguarda i giocatori più forti della Fiorentina. Per un motivo o per un altro, infatti, c’è sempre un elemento esterno che finisce quasi sempre per guastare la serenità dei top-player viola, che dopo un inizio a tutto gas, tra grandi speranze e sogni di gloria, sono destinati ad incappare in qualche stop inaspettato. Prendiamo, ad esempio, i quattro giocatori simbolo dell’era Commisso: Ribery e Chiesa negli anni scorsi, Vlahovic e Gonzalez in questa stagione. Nel 2019 FR7, il colpo dell’estate viola, finì per infortunarsi gravemente a novembre e da allora con difficoltà è riuscito a tornare sui livelli di inizio campionato. Storia diversa per Chiesa, rimasto con il broncio per tutta la stagione da ormai promesso sposo alla Juventus e mai in continuità rispetto a tutto il suo potenziale prima di un amaro divorzio.
Una storia molto simile a quella che chiama in causa Vlahovic: autore (quasi da solo) della salvezza viola pochi mesi fa a suon di gol, il serbo ha iniziato la stagione tra l’entusiasmo di tutta Firenze prima che il capitolo legato al mancato rinnovo iniziasse a turbare la sua serenità. Ma quello che è forse il cruccio fino a qui più grande è quello legato a Gonzalez, l’acquisto più costoso della storia della Fiorentina che fino ad oggi ha giocato appena due terzi delle gare di questa prima fase di campionato. I numeri parlano chiaro e raccontano che tra la squalifica contro l’Udinese a fine settembre e i tre turni saltati tra ottobre e novembre per Covid, l’argentino non è mai riuscito ad avere quella continuità (su 12 turni, 4 li ha passati tra la tribuna e l’isolamento forzato) che tutti si aspettavano quando è stato acquistato. Volendo allargare il discorso c’è poi tutto il filone legato ai folli tour de force con la sua Nazionale che hanno compromesso le prestazioni in viola.
Complice la scelta della Conmebol di far disputare tre partite di qualificazione ai Mondiali nelle finestre di settembre e ottobre, Nico si è dovuto letteralmente risparmiare per le partite con la Fiorentina in calendario dopo il suo ritorno dal Sudamerica. È stato il caso del match di Bergamo (appena 14’ giocati) e soprattutto di quello di Venezia (34’ in campo) dove il suo precario stato fisico non ha salvato i viola dal ko in Laguna. A conti fatti dunque, su dodici partite di Serie A, l’argentino ne ha giocate appena sei da titolare (a Genova peraltro solo 45’, visto che si infortunò, e con l'Inter 78', prima del rosso) e al momento la sua positività al Covid mette a serio rischio la sua partecipazione anche per la sfida del 20 novembre contro il Milan. Sul tema del resto Italiano è stato chiaro: per i giocatori reduci dal Coronavirus serve la massima cautela e nessuno, sulla stella di Belén de Escobar, ha intenzione di affrettare i tempi. Sperando che stavolta, a differenza degli ultimi top-player viola, la fortuna decida prima o poi di assisterlo.
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