MOSSE VINCENTI
L’atteggiamento e la disposizione di un Cagliari fin troppo rinunciatario ha certamente favorito la Fiorentina, ma il 3-0 di ieri si porta dietro più di una risposta positiva ed aver saputo riprendere subito il passo dopo il k.o. di Venezia era la priorità viola. Anche di fronte a tutti gli imprevisti del caso, come un rigore da calciare davanti alla curva Fiesole che pareva chiamare in causa Vlahovic come nella scena madre di un film.
Forse anche per questo, al di là delle indicazioni emerse in rifinitura come ha detto Italiano o accennato Biraghi, Dusan ha preferito non sfidare la sorte su quel penalty concesso (grazie al VAR) per un presunto tocco di mano di Keita, anche a dispetto di uno score senza macchia da vero e proprio cecchino dal dischetto. Un segnale che certamente conferma una tranquillità lontana dal serbo, ma che non ha comunque cancellato la voglia di vincere e di dare il proprio apporto.
Perchè nella partecipazione di Vlahovic ai gol, nell’assistenza per Saponara che offre l’assist del gol a Gonzalez o nel successivo tocco per l’argentino messo a tu per tu con Cragno, c’è tutta la voglia dell’attaccante di portare comunque in alto la sua squadra, tornando decisivo solo nel secondo tempo con una punizione da antologia. Quel gol, anche se non arrivato su azione, resta l’episodio migliore della gara di Vlahovic, esultanza e applausi del pubblico incluso, quasi che per oggi qualsiasi vento di contestazione fosse scongiurato.
Nel mezzo di una vittoria mai in discussione (grazie a un Cagliari più che remissivo) ci sono poi le scelte di Italiano che tornano a pagare e soprattutto relegano qualche incertezza vista a Venezia a episodio isolato. Se difesa e portiere si godono un clean sheet prezioso, il secondo stagionale grazie a un Quarta che pare elemento ideale per l'aggressività richiesta alla linea difensiva, il dinamismo di Maleh unito al gioco di prima di Torreira ha in qualche modo rigenerato anche Bonaventura, mentre invertire Saponara e Gonzalez diventa un'altra mossa vincente per un attacco che torna imprevedibile.
Ennesima conferma di come il tecnico abbia in pugno il proprio gruppo e di come possa ancora portarlo più in alto del previsto, soprattutto se a gennaio dovessero arrivare rinforzi a una rosa dalle note lacune. Nonostante tutte le difficoltà del caso e nonostante una spada di Damocle che pesa su Vlahovic, e che si è materializzata anche ieri al momento di calciare un rigore davanti alla curva Fiesole.