"MODELLO LAZIO"

27.01.2018 17:04 di  Niccolò Santi  Twitter:    vedi letture
"MODELLO LAZIO"
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© foto di Federico Gaetano

Non è passato inosservato il richiamo che Pioli ha fatto, quest'oggi in conferenza stampa, in merito alla Lazio come punto di riferimento da seguire. "La base è stata rinforzata anno dopo anno. Già ai miei tempi venivamo da una stagione complicata, ma furono gettate le basi con giocatori che ora sono colonne portanti, e gradualmente ne sono stati inseriti altri cedendo pedine che magari non erano più motivate", ha detto l'allenatore della Fiorentina. 

Senz'altro un progetto ben strutturato e organizzato, quello biancoceleste. Ma in realtà il discorso è un po' più complesso rispetto a come viene trattato: dal 2014 - anno in cui Pioli sedette per la prima volta sulla panchina della Lazio - ad oggi, sono stati fatti diversi investimenti importanti dai capitolini, su tutti De Vrij (7 mln), Milinkovic-Savic (18 mln), Immobile (9,45 mln), Wallace (8 mln), Pedro Neto (7,50 mln + 5 di riscatto), Marusic (6,50 mln), Lucas Leiva (5,70 mln) e Bruno Jordao (4 mln + 2,50 di riscatto). 

Accompagnati da cessioni di giocatori valorizzati appieno, come Cavanda (22 mln), Baldé (30 mln), Biglia (17 mln) e Hoedt (16,40 mln), i quali hanno fruttato circa 85 milioni nelle casse biancocelesti. Per un monte ingaggi che quest'anno ha toccato il tetto dei 62 milioni, ad occhio e croce quasi il doppio di quello della Fiorentina

Operazioni che sono state seguite giorno dopo giorno dal presidente Lotito in prima persona, che ha dimostrato negli anni continuo interesse circa le note vicende del pallone italiano, dovendo anche far fronte alle aggravanti rappresentate da contestazioni, a Roma oggettivamente più accese di quelle consumatesi in riva all'Arno. Questo senza mai storcere il naso, o minacciare "autoesili". 

E' peraltro lecito ricordare come il plenipotenziario d.s. capitolino Igli Tare non abbia mai dovuto rispondere a figura alcuna se non il suo presidente (al contrario di quanto avvenuto a Firenze con il predecessore di Corvino) e non debba combattere con le altre entità interne
Insomma, la Lazio dovrebbe sì essere considerata un esempio da imitare, ma su tutti i fronti e con i dovuti accorgimenti.