MARCHIO DI FABBRICA
Cominciò davvero tutto a Bologna, in un freddo gennaio di oltre un anno e mezzo fa. Il Covid e la pandemia non avevano ancora travolto tutto e tutti, eppure la Fiorentina era di fronte a una prima rivoluzione dopo la separazione con Montella. In quel gennaio 2020, oltre che in panchina, il club decise di cambiare anche in campo: arrivarono Igor, Cutrone, Duncan, Kouame e Agudelo, mentre Amrabat fu direttamente prenotato per la successiva estate.
In quella fetta di stagione Iachini si giocò le sue carte fino a convincere Commisso a una conferma su cui già molto è stato detto e scritto, salvo ritrovarsi poi esonerato a fronte della partenza a rilento. Parecchie partite dopo quel pareggio raggiunto dal Bologna in extremis con una punizione velenosa di Orsolini il tecnico viola osserva da fuori il rincorrersi di voci e indiscrezioni sulla guida tecnica del prossimo anno, ma è chiaro che ancora il suo compito non è concluso. (E forse anche per questo ha ulteriormente anticipato l'orario d'arrivo al centro sportivo)
Intanto però Iachini può pensare con fiducia a un ritrovata solidità difensiva, mostrata al cospetto di una Juventus certamente deludente ma comunque contenuta a dovere nonostante qualche brivido nel finale. Al cospetto di un Bologna che Mihajlovic vorrà a caccia di rivincite dopo il pesante k.o. di Bergamo c’è da augurarsi che nessuno conceda disattenzioni come negli ultimi 90 minuti, dando seguito a una solidità arretrata che resta il marchio di fabbrica di Iachini. E che può diventare la chiave di volta per assicurarsi una salvezza che tutti aspettano a gloria.