LESA MAESTÀ
L'occasione sembrava essere quella giusta. La Hall of Fame, i premi istituiti dalla Federcalcio, e soprattutto la presenza di personaggi del calibro di Baggio, Lippi, Galliani e compagnia. Un vero e proprio inno al calcio italiano, incluso il riferimento al numero 10 inevitabile nel momento in cui un volto come quello di Baggio tornava a farsi vedere a Firenze. Eppure, a guardare bene, qualcosa che mancava non era difficile da trovare. Del resto, a mancare ieri in Palazzo Vecchio, era la bandiera di Firenze.
Mancava il simbolo della Firenze calcistica, per non entrate nel merito di antiche e recenti querelle societarie, e questo aspetto non poteva passare inosservato. L'assenza di Giancarlo Antognoni, ieri, non è passata sotto silenzio, e di certo stride con la cerimonia che è andata in scena in Palazzo Vecchio, non troppo lontano da quello stadio nel quale Antognoni ha fatto sognare e innamorare tanti tifosi viola.
Il perchè di questa assenza, e di questo mancato invito, ci sfugge, un po' come in tempi passati ci sono già sfuggiti i perchè di altri tipi di situazioni, ma è indubbio che anche stavolta nei confronti "dell'unico dieci" sia accaduto qualcosa di poco piacevole. Firenze, infondo, da sempre si sente rappresentata da quel campione che non ha mai ceduto alle lusinghe che arrivavano da fuori città, e ieri Antognoni avrebbe potuto, benissimo, rappresentare la Firenze sportiva chiamata a celebrare la Hall of Fame del calcio italiano.