LA PROVA DEL NOVE
Nove. La pagella non basta, qui si tratta di status e di identità, di quel che rappresenta ed ha sempre rappresentato quel numero nel futbol. C'è quello vero, quello falso, quello presunto, quello infortunato, quello sfortunato. La storia del pallone nel racconta molte di favole o di incubi simili e Firenze, quest'anno, ne è fotografia ben palese, ben chiara. Mario Gomez, Alessandro Matri, ora pure Borja Valero. Fortune e infortuni in salsa tedesca hanno caratterizzato la stagione dell'ex punta del Bayern Monaco che, detto e sottolineato una volta per tutte, col Napoli non ci sarà. E visto che a Firenze il miracolo non è di casa, i dubbi son pure difficili da farsi venire e poi da fugare.
C'è il nove di ruolo, Alessandro Matri, ma che gol alla mano e nelle reti non ha rispettato premesse e promesse. Per questo tra vero, falso e presunto, visto che le statistiche non mentono, c'è un uomo che si candida pure a giocare là dove il sole splende poco, all'ombra dei corazzieri delle difese avversarie. E' Borja Valero, in passato terzino, todocampista per eccellenza di Firenze insieme a Juan Guillermo Cuadrado. Che, a proposito della sfortuna di cui sopra, sarà assente all'Olimpico. Per questo serve un nuovo jolly, sia dal mazzo di madama fortuna che sul terreno di gioco.
Per questo nella testa di Vincenzo Montella planano idee interessanti: piazzare l'ariete in mezzo a Joaquin e Ilicic per sfondare la muraglia azzurra, o fingere un nove e raddoppiare i dieci, la fantasia, tenendo bassa la palla ma alta la testa cercando spazi che altrimenti non arriverebbero? E' la prova del nove, o del falso tale. Matri e Borja Valero è una sfida nella sfida che non cambia la Fiorentina solo nei centimetri. Pure nelle idee, nello stile e nella filosofia. Miracoli Gomez permettendo. Ma il Dio del Calcio, quando si parla di Viola, sembra sempre guardare altrove.