LA PARABOLA DI NORBERTO: DAL PARMA AL MANCATO RINNOVO
Chiudiamo gli occhi per un attimo. Proviamo a riavvolgere il nastro. Un flashback. Rapido quanto incisivo. 30 settembre 2013. Al Franchi la Fiorentina è in vantaggio 2-1 su un Parma stanco e alle corde a pochi secondi dal termine. Firenze in delirio, l’ennesima vittoria di un inizio di stagione scoppiettante e inaspettato. Poi la beffa… Okaka mette in mezzo un traversone apparentemente innocuo, Neto lo guarda passare e Gobbi insacca alla sue spalle. Lo stadio erutta come un vulcano attivo e tutte le scorie finiscono proprio sul numero uno brasiliano. Lui non si scompone. Attende il fischio finale. Apre le braccia al cielo come di consueto e affronta a testa alta le ceneri del Franchi. Ora riapriamo gli occhi. Sembra passata un’eternità. Nel mezzo: parate decisive, personalità, tanto carisma e forza di volontà, conditi anche dalla chiamata della Seleçao. Neto è, al momento, uno dei migliori portieri della Serie A.
Quelle ceneri, che si è scrollato di dosso nell’ultimo anno e mezzo, portano però con sé scomode conseguenze. La Fiorentina ha creduto in lui, tanto da non metterlo in discussione nemmeno nei momenti più critici. Ma ha tergiversato nel rinnovargli il contratto e, adesso, Neto è sì uno dei migliori portieri del campionato ma, postilla fondamentale, va in scadenza a giugno 2015. I viola hanno ovviamente tutte l'intenzione di rinnovare e sono arrivati addirittura a proporre al brasiliano il doppio dell’ingaggio da lui attualmente percepito (circa 650mila euro). Ma la trattativa sembra più complicata del previsto e le possibilità di vederlo a Firenze anche il prossimo anno, diminuiscono giorno dopo giorno (LEGGI QUI).
Gli errori contro Parma o Udinese, sono stati dunque soltanto dazi inevitabili da pagare in un normale processo di crescita. Per la verità continua ed esponenziale. Con la consapevolezza che, soltanto grazie alla sua dedizione e al suo coraggio, Neto è riuscito a superarli. Con il supporto, comunque, di squadra e allenatore. Di dirigenti e, spesso, anche dei tifosi. E allora, in un calcio fatto di sceicchi e contratti milionari, dove la riconoscenza e l’attaccamento ai colori sono pure utopie moriane, ci piace pensare, con un sorriso si intende, ad un Neto in maglia viola anche il prossimo anno.