G.INCAGLI, Quando Davide sconfisse Golia
Il ricordo di Giulio Incagli, giornalista dal 2014, di Fiorentina-Juventus 4-2 del 20/10/2013 - "Grazie babbo, è il giorno più bello della mia vita". Apro le orecchie, drizzo le antenne per ascoltare e carpire sentimenti e sensazioni di chi mi circonda. Me la voglio godere tutta. Ogni singolo momento. Guardo in basso: pantaloni strappati, ginocchia sanguinanti e scarpe color pece. Un flashback mi riporta alle partitelle sull’asfalto dell’oratorio. Quelle con le porte segnate dai giubbotti per intenderci. Che senso di liberazione! Dopo 15 anni di sconfitte e umiliazioni. Dopo aver assunto il classico “mai una gioia” come dogma imprescindibile della mia infanzia calcistica. Ah, così bello ed emozionante quel pomeriggio di fine ottobre.
Rizzoli fischia. Il Franchi è una bolgia. Come sempre nelle sfide contro la Juventus. È vero. Ma stavolta di più. Nell’aria si avverte qualcosa di diverso. Strane sensazioni. Nessuno osa dirlo, certo, ma questa Fiorentina fa sognare e… chissà che non possa essere la volta buona. Del resto, proprio i viola furono i primi a mettere in serie difficoltà l’invincibile armata di Conte nel primo anno di gestione Montella. Dopo uno scudetto da imbattuti, lo 0-0 del Franchi aveva fatto vacillare e scricchiolare per la primissima volta la muraglia di certezze degli odiati nemici bianconeri. E allora, perché non crederci?
Tevez… Pogba… due mitragliate lancinanti. “Sempre la solita storia”. Urlano dagli spalti. “Te l’avevo detto, non c’è verso”. Si sente sussurrare in sottofondo. Un film visto e rivisto insomma. Gli spettri dello 0-5 riprendono piano piano forma e c’è chi si appropinqua già verso il bar per il classico drink di fine primo tempo. Rassegnazione, sconforto. Fiesole ammutolita. Rizzoli fischia, di nuovo, ma stavolta il rimbombo abbraccia con veemenza il Franchi ammutolito.
Un brivido, quasi vertiginoso, mi attraversò invece al terzo e ultimo fischio del direttore di gara. Disorientato, incredulo. La scarica di adrenalina che mi aveva letteralmente attanagliato al terzo gol di Joaquin, mi fece vedere cose che voi umani… Abbracci, lacrime. Ma anche portatili volati via come il più semplice degli aeroplani di carta (nello specifico quello del nostro direttore Tommaso Loreto). Sì, in tribuna stampa accade anche questo.
Davide che abbatte Golia. 4 colpi. Secchi, decisi. Il gigante che depone le armi (roba pesante si dice, mitraglie per lo più) e si arrende sommerso da 15 anni di macerie.
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