Sarri ormai pronto ad andare alla Lazio: c'è Pioli in pole position per la panchina. Il rinnovo di De Gea un segnale importante. Primavera in Youth League: un applauso

Sarri ormai pronto ad andare alla Lazio: c'è Pioli in pole position per la panchina. Il rinnovo di De Gea un segnale importante. Primavera in Youth League: un applausoFirenzeViola.it
domenica 1 giugno 2025, 11:42L'editoriale
di Andrea Giannattasio

Niente da fare, fino a ieri il suo cellulare non ha squillato e non squillerà. Ok che Maurizio Sarri risulta avere due numeri di telefono (quello che hanno tutti i giornalisti e gli addetti ai lavori più uno più privato) eppure la sensazione è che il motivo per cui la Fiorentina non ha mai chiamato il tecnico di Vaggio non sia perché non ha il suo contatto diretto ma per altre “colpe” che nemmeno il dt Goretti - giocatore di Sarri ai tempi dell’Arezzo - è riuscito a smussare agli occhi del resto della dirigenza. È vero che quel famoso “veto” che era stato imposto sul tecnico da Joe Barone (galeotto fu quell’incontro a inizio 2021 andato male) è ormai caduto eppure questo sembra aver assunto col tempo tutti i contorni di una questione di principio. Sulla quale Rocco Commisso non ha voluto tornare indietro.

In ogni caso, oggi scadrà idealmente la dead-line che Sarri si è (in autonomia) dato per aspettare un contatto con la Fiorentina. Se nessuno lo chiamerà, da stasera si accorderà totalmente con la Lazio. Con cui l’allenatore ha già un'intesa di massima (due anni più opzione), pur avendola messa in stand-by nella speranza di una chiamata da Bagno a Ripoli. Dal quartier generale, di telefonate, ne sono in ogni caso partite tante per definire quanto prima chi siederà sulla panchina della Fiorentina nella prossima stagione e queste hanno riguardato in modo particolare Stefano Pioli e Marco Baroni, i due favoriti rispetto al resto della concorrenza (da Gilardino a De Rossi - quest’ultimo da non scartare assolutamente - a Farioli - che bella idea sarebbe! - Tudor e Vanoli).

La scelta finale, manco a dirlo, spetterà a Rocco Commisso che a differenza del passato sembra stavolta orientato a scegliere per la prima squadra un allenatore esperto, con svariate panchine alle spalle. Il modo in cui Raffaele Palladino ha abbandonato Firenze (con tempistiche e modalità decisamente discutibili: perché non farlo domenica a Udine? Perché non lunedì dopo il meeting di mercato con la dirigenza? Sta di fatto che nemmeno un giocatore, per ora, lo ha salutato via social...) ha fatto riflettere il patron, che per la panchina delle prossime stagioni non vorrebbe una figura che veda il club viola come la meta ideale dove fare un corso accelerato di avviamento alla professione e spiccare poi il volo altrove. Da qui, dunque, il semaforo verde per Pioli (che nonostante la concorrenza di Atalanta e Juventus sarebbe più che disposto - alle giuste condizioni - a tornare) e Baroni.

Nel frattempo, al termine di due settimane a dir poco bestiali (le contestazioni, Zaniolo che spegne il cervello, Commisso che risponde alla Fiesole, Palladino che di punto in bianco se ne va, il comunicato della curva, la Primavera ko in finale scudetto), è arrivata una buona notizia, ovvero il rinnovo di David De Gea. Favorito - a quanto pare - anche dal cambio di guida tecnica, si sussurra dalle parti del Viola Park. Un bel segnale quello dato dall’unico vero grande fuoriclasse che ha la Fiorentina, tanto alla piazza quanto al futuro allenatore. Se qualcuno temeva che la situazione in seno al club, al culmine di un periodo di tensioni extra campo, avrebbe potuto precipitare, la risposta più incoraggiante è arrivata con il prolungamento del classe ’90 che ha rifiutato la Champions pur di legare il suo nome a Firenze.

Un applauso finale lo merita, al di là del triste epilogo, la Primavera e il team di lavoro del settore giovanile guidato da Valentino Angeloni: se ben tre giovanissimi quest’anno hanno potuto esordire in prima squadra e se l’anno prossimo al Viola Park risuoneranno le note dell’inno della Youth League, lo si deve sia a come il vivaio ha seminato bene in questi anni sia a come ha lavorato Daniele Galloppa, che in due stagioni con l’Under-20 ha vinto una Coppa Italia e fatto una finale scudetto. Il tecnico romano sogna però di allenare tra i professionisti e dunque è probabile che possa salutare: per sostituirlo è pronto un altro uomo che arriva dalla Capitale, ovvero Marco Capparella (oggi all’Under-18). Buona fortuna, ma le basi solide per continuare a costruire ci sono tutte.