C'era una Volta in Viola: da portiere a falegname, la storia di Alexander Manninger

Era il 27 gennaio del 1756 quando al numero 9 di Getreidegasse in una città del Circolo Bavarese del Sacro Romano Impero nasceva un bambino che di lì a poco avrebbe rivoluzionato il modo di fare musica. Si chiamava Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus, per tutti Wolfgang Amadeus, Mozart. Ecco, quel bambino avrebbe messo per sempre sulla mappa del mondo quella città, da circa un secolo appartenente all'Austria, che gli dette i natali, Salisburgo. Oggi, oltre ad essere il luogo di nascita del più famoso compositore di tutti i tempi, Salisburgo è conosciuta soprattutto per essere la città della Red Bull, azienda produttrice di una bevanda energetica che è entrata prepotentemente e con successo nel mondo dello sport.
Facendo un salto in avanti di oltre 200 anni, Salisburgo è anche la città natale del protagonista dell'episodio di questa settimana della rubrica C'era una Volta in Viola, Alexander Manninger. Nato il 4 giugno del 1977, Manninger, come tutti i bambini del mondo, da piccolo i gol li vuole segnare, non evitare. Eppure all'età di 11 anni, quando ancora giocava nelle giovanili del Salisburgo, si offre volontario per andare in porta e da quel momento non si toglierà mai più i guantoni. Dopo essersi messo in mostra, da secondo portiere alle spalle di Seaman, nell'Arsenal di Arsène Wenger (vincendo sia la Premier League che la FA Cup), nell'estate del 2001 si trasferisce alla Fiorentina. In viola rimarrà solo una stagione, quella sciagurata, post vittoria della Coppa Italia, che porterà i gigliati al fallimento. Difenderà la porta della formazione toscana per 30 partite tra campionato e Coppa Uefa subendo 45 reti. Quella di Firenze sarà la prima di tante esperienze in Italia per il portiere austriaco che vestirà le maglie di Torino, Bologna, Brescia, Siena e Juventus. Se i tre anni di Siena, intervallati da un ritorno al Salisburgo, sono stati quelli che più gli sono rimasti nel cuore, l'esperienza con i bianconeri di Torino gli ha portato in dote, dopo più di 10 anni, la soddisfazione di vincere, seppur da comprimario dietro a Buffon, il primo scudetto targato Antonio Conte.
4 anni all'Augusta e uno al Liverpool di Klopp (senza mai scendere in campo) le ultime esperienze di una carriera conclusa a 40 anni nel 2017. Lasciato il calcio Manninger è tornato a casa, nella sua Salisburgo, staccando completamente dal mondo del pallone. Oltre agli hobby, come le gite in montagna e la pesca, l'ex portiere adesso si sta dedicando ad un'attività lavorativa che aveva svolto da ragazzo, quando ancora non era sicuro di sfondare come calciatore, la falegnameria. Manninger lavora il legno e si occupa di arredamenti e costruzioni gestendo un network di professionisti del settore. Una nuova vita, vicina alla famiglia e lontano da quel circo mediatico che è diventato il mondo del calcio.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 2/07 del 30/01/2007
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
© 2025 firenzeviola.it - Tutti i diritti riservati
