FIORENTINA, Contraddizioni in termini
Parlare di passo indietro, quando ancora restano vive le immagini di Udine, può sembrare persino poco rispetto a quella che è stata l'involuzione gigliata odierna. Novanta minuti nei quali la squadra di Mihajlovic non si è mai trovata, una gara nella quale la Fiorentina non ha mai lasciato nessun segno, tantomeno trovato un minimo barlume di gioco. Se le recenti prestazioni, dalle gare esterne con Milan e Juve alle vittorie interne di misura, avevano regalato una squadra che quantomeno qualche timido passo sembrava farlo, oggi è tornato il buio pesto. Perchè dopo la prova del "Friuli" la sensazione è che, in campo, ci siano undici singoli che provano a inventare qualcosa senza sapere con troppa precisione cosa fare. E, per inciso, il più delle volte non ci riescono.
Mihajlovic, in sede di vigilia della gara, aveva fatto intendere che il percorso di crescita sarebbe dovuto sfociare in una vittoria esterna, la prima da quando il serbo è sulla panchina della Fiorentina. E invece è arrivata l'ennesima mazzata. A chiusura, per fortuna, di un 2010 orribile, fatto di due sole gioie lontano dal "Franchi" e tante incertezze. Dalle lacune di mercato (una corsia sinistra zoppa e un attacco spuntato solo per tirare in ballo le questioni più attuali) a un gioco che, nemmeno all'orizzonte, sembra apparire. Perchè, adesso, anche la panchina di Mihajlovic potrebbe tornare in bilico sopratutto se, a Parma, non arrivasse un risultato positivo. La Coppa Italia diventa necessariamente fondamentale per i viola, nonostante i soliti infortuni.
L'ultimo in ordine temporale, quello di Boruc. Con la falla del portiere che si apre clamorosamente seppure fossero ampie le garanzie offerte sia da Frey che da Boruc. Di certo, per Avramov, ritrovare sicurezza da qui a martedì non sarà semplice. E il rischio è che, quelle stesse incertezze viste nelle poche uscite del serbo da titolare, continuino a ripetersi. Un tunnel senza luce e nemmeno vie di fuga, questo 2010, che finalmente volge al termine.
Lasciarselo alle spalle e ricostruirsi a gennaio, questo l'imperativo da adottare immediatamente. Cercando, fra l'altro, di trovare anche un pizzico di coerenza in più. In campo, nel gioco, nelle indicazioni del tecnico e nella manovra proposta dalla Fiorentina, che a oggi non esiste. Ma anche fuori. Con una presidenza pronta a investire, e un diesse che invece fa intendere come di miglioramenti, a questa rosa, se ne possa fare pochi. A giudicare dai risultati di quest'anno, forse, qualcosina può di certo essere migliorata.