DAL CERTIFICATO DI BERNA E LE FUGHE DI KALINIC AL RINNOVO DI VLAHOVIC: COM'È CAMBIATO IL MERCATO A MOENA
Forse è stato proprio grazie alla cura di Vincenzo Italiano che la Fiorentina, mai come questa estate, ha saputo gestire al meglio i piccoli “casi” di mercato che sono sorti con l’inizio della nuova stagione e che la società si è trascinata anche nel ritiro di Moena. Dal futuro di Lirola (cercato dal Marsiglia) al rinnovo di Vlahovic (sempre più vicino) passando per i rumors di mercato legati a Callejon (la Lazio è sempre vigile), nessuno in Val di Fassa sta avvertendo le pressioni che arrivano dall’esterno. Il minimo comune denominatore di tutta la squadra, del resto, sono ormai da giorni il sorriso sulle labbra, la voglia di allenarsi e l’entusiasmo che il nuovo allenatore e il suo staff hanno portato all’interno dello spogliatoio grazie a sedute intense ma anche molto divertenti. Il mercato, dunque, può aspettare.
Eppure nel recente passato non sono stati pochi i casi estivi che la Fiorentina si è trovata suo malgrado a dover gestire, tanto con le buone quanto con le cattive, e che hanno visto proprio nella Val di Fassa il palcoscenico del braccio di ferro. Già all’epoca della famiglia Della Valle uno dei mesi più caldi di sempre fu il luglio 2017, quando nel giro di poche settimane salutarono prima Bernardeschi (passato alla Juventus) che Kalinic (destinato al Milan). L’esterno, dopo aver esaurito il suo periodo di vacanze a seguito degli Europei con l’Under 21, scelse di non presentarsi in ritiro e fece pervenire alla società un certificato medico che giustificava la sua assenza a fronte di una gastroenterite acuta, mentre il croato - salito in Trentino - ebbe il permesso di lasciare il ritiro ben due volte per questioni di natura familiare (l’assenza totale fu di oltre dieci giorni) in virtù di un presunto furto avvenuto nella sua casa in Croazia. Certezze, sul tema, non ce ne sono mai state.
Si arriva poi all’estate 2019, la prima della gestione Commisso, e anche in quel caso per la proprietà italo-americana il lavoro pronti-via non mancò. A Moena, ad esempio, a prendersi la scena fu lo stop diplomatico di Jordan Veretout, il quale - da ormai promesso sposo alla Roma - si “infortunò” dopo un contrasto con Dabo nel corso prima seduta del ritiro (ma guarda caso…) e passò i successivi cinque giorni a fare terapie in attesa della firma con i giallorossi. L’altro caso di mercato invece è stato quello legato a Federico Chiesa, che dopo aver saltato tutto il ritiro in Val di Fassa per le vacanze post-Europeo, fu protagonista di un duro confronto con il dg Barone sulle rive del fiume Hudson a bordo del pullman viola (se quei vetri avessero potuto parlare…). Un faccia a faccia molto duro che però mise la parole fine alla questione legata all’esterno, rimasto a Firenze anche per la stagione successiva. Da quest'anno, però, in Trentino si respira un'aria nuova. Ed è forse il miglior punto di ri-partenza.