DA 41 A 33, IL FRANCHI NON È STATO LO STESSO BUNKER

29.05.2023 00:00 di  Ludovico Mauro  Twitter:    vedi letture
DA 41 A 33, IL FRANCHI NON È STATO LO STESSO BUNKER
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca 2023

Con la vittoria sulla Roma, la Fiorentina saluta il Franchi per la stagione 2022/23. Quella di sabato è stata infatti l’ultima gara interna dell’anno, concluso con 3 preziosi punti per la corsa all’ottavo posto. Ma il famoso fattore campo, quello che la passata stagione era stato uno dei punti cardine del ritorno in Europa, si è rivelato altrettanto decisivo anche quest’anno? 

La Fiorentina 2021/22 concluse il campionato al settimo posto, frutto soprattutto della costanza dimostrata fra le mura amiche. La truppa di Vincenzo Italiano, infatti, nelle 19 gare casalinghe della passata Serie A, registrò il secondo miglior rendimento interno del torneo con ben 41 punti, scaturiti da 2 pareggi e addirittura 13 vittorie. Meglio del Milan campione d’Italia (40), dietro solamente all’Inter, arrivata seconda in classifica (45). Una marcia di risultati impressionante che fece da traino alla settima posizione finale, sostenendo anche qualche inciampo di troppo in trasferta, dove i viola raccolsero solo la metà dei punti (21).

Il secondo campionato con Italiano al timone, invece, ha visto la Fiorentina registrare una flessione all’interno del suo bunker. Sebbene le sconfitte siano rimaste le stesse (4), le vittorie sono state solamente 9, e i punti totali 33. Troppo pochi evidentemente per ambire alle prime sette posizioni. Andamento che si rifletterà sulla classifica finale, dato che il trend fuori Firenze è rimasto praticamente lo stesso di un anno fa, (21 punti nella passata Serie A, 20 quest’anno con una gara ancora da giocare): non a caso, l’anno scorso la Fiorentina tagliò il traguardo alla 38esima giornata con 62 punti, mentre quest’anno potrà raccoglierne al massimo 56.

Un calo che lascia spazio eccome alle recriminazioni, specie se si dà uno sguardo alle squadre con cui i viola non hanno vinto in casa (Spezia ed Empoli, ad esempio). Ma allo stesso tempo giustificato (almeno in parte) dall’enorme quantità di partite giocate a ritmi frenetici, in un’annata intasata dal primo Mondiale invernale, con la cifra finale che raggiungerà addirittura quota 60, il giorno della finale di Praga.