CORONAVIRUS, Non solo calcio: tutte le ultime

Di seguito l'aggiornamento quotidiano sul tema coronavirus, che mostra le notizie più importanti a livello globale extra-calcio.
EUROPA E USA IN GINOCCHIO - Situazione drastica per quanto riguarda i numeri del contagio, sia per gli Stati Uniti che per l'Europa. Il Vecchio Continente, in particolare, conta ormai oltre 1 milioni di contagiati e più di 100mila morti a causa del Covid-19. Non va troppo meglio agli USA, che hanno un terzo dei casi mondiali (740mila) e 40mila decessi provocati dal virus.
ARRIVA L'APP "IMMUNI" - È in dirittura d’arrivo l’app Immuni, che dovrebbe garantire il controllo del contagio da Coronavirus anche nella Fase 2 e, si spera, in quelle successive fino al ritorno alla normalità. Il problema del governo, scrive il Corriere della Sera, è quello di assicurarsi che tutti i cittadini la scarichino: l’app sarà utile, infatti, se la userà almeno il 60% della popolazione. Detto che non sembra possibile renderla obbligatoria, dovrebbe restare volontaria. Ma, e qui sta il punto, potrebbero essere poste delle limitazioni ai movimenti di chi non dovesse scaricarla. Non un obbligo di restare a casa, che sarebbe eccessivo, ma il riferimento è a tutti gli spostamenti che per tutti gli altri saranno progressivamente consentiti.
PATUANELLI: "RIAPERTURA REGIONALIZZATA" - Si può ragionare su una regionalizzazione delle riaperture: dove ci sono meno casi positivi, è più facile valutare la catena di contatti di eventuali nuovi contagi. Stiamo facendo questi ragionamenti con il Comitato tecnico-scientifico e la task force di Colao per proporre questo tipo di riapertura nelle prossime settimane.
I TEDESCHI RIPARTONO - La Germania dà inizio alla sua fase 2. A partire da oggi, infatti, diversi piccoli negozi, ormai chiusi da oltre un mese, potranno riaprire. La ripartenza è stata annunciata nella scorsa settimana da Angela Merkel, tuttavia non è da considerarsi generalizzata: i governi dei 16 lander potranno togliere il lockdown in maniera differenziata. In alcune zone, a partire dalla capitale Berlino, si dovrà infatti attendere ancora.
STUDIO USA: NELL'ARIA FINO A 16 ORE - Secondo uno studio della Tulane University, in collaborazione con l’Università di Pittsburgh e il National Institute of Health, le particelle di Coronavirus presenti nei famosi droplet rimarrebbero nell’aria fino a 16 ore. È un periodo molto più lungo rispetto a quanto accaduto con Sars e Mers. Lo studio è stato pubblicato sul sito MedRxiv.
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