CHI È SENZA PECCATO SCAGLI LA PRIMA PIETRA
Il caso Gasperini sta animando il dibattito in tutta Italia. Le offese riservate "per 90 minuti" al tecnico dell'Atalanta, rese pubbliche dallo stesso allenatore in conferenza stampa (LEGGI QUI), stanno facendo discutere e non poco, mentre il presidente della Dea Percassi è arrivato perfino a dichiarare che "la partita andava sospesa" e che "si è toccato il fondo" (LEGGI QUI). Dal canto suo lo stesso Commisso si è espresso in mattinata chiedendo rispetto per i tifosi viola e ricordando situazioni in cui suo figlio e altri dirigenti viola si sono ritrovati al centro di ripetute offese (LEGGI QUI).
Facendo banale cronaca, occorre ricordare come lo stesso allenatore nel recente passato non si sia distinto per comportamenti eticamente eccelsi. Dal mancato saluto al collega del Cagliari Maran dopo la sconfitta subita in campionato fino allo scontro nel tunnel di Marassi dopo l'espulsione contro la Sampdoria sembra che ogni volta che il risultato non sorride a Gasperini possa accadere di tutto. Anche a Firenze si distinse negativamente per aver spintonato Pioli dopo la partita della tristemente nota simulazione di Chiesa. Un modus operandi che alimenta talvolta l'ardore degli stadi e che sicuramente non aiuta a stemperare gli animi dei tifosi sugli spalti. Non solo. Ieri Gasperini ha dichiarato di non aver mai offeso nessuno, ma a Bergamo si racconta il contrario, soprattutto nei confronti di colleghi giornalisti che in sala stampa sono stati offesi pubblicamente dall'allenatore semplicemente per visioni differenti (quando non sono stati direttamente allontanati di fronte a esplicite richieste del tecnico pronto ad annullare la conferenza).
Parlando di tifoserie, anche quella bergamasca nella sua storia non si è certo distinta per comportamenti diversi da quelli ascoltati nella giornata di ieri. Storica è stata la rincorsa di Mazzone sotto la curva bergamasca in una sfida bollente contro il Brescia, dopo che i tifosi nerazzurri offesero la madre del tecnico romano per tutto il corso della sfida, provocando la sua esplosione pubblica. Da Napoli raccontano che ogni volta che all'Atleti Azzurri d'Italia arriva la squadra azzurra, i cori e le offese riferite alla squadra partenopea, ai suoi tifosi e anche ai giornalisti, sono irripetibili e beceri. La lista sarebbe lunga e decisamente piena di episodi sgradevoli ma non è nostra intenzione il semplice rimpallo delle responsabilità o ancora peggio una graduatoria di civiltà negli stadi. Chi ha passato la partita più ad offendere il tecnico atalantino che a guardare le azioni di gioco non ha fatto qualcosa di cui vantarsi né di lodevole per il nome della Fiorentina e dei suoi tifosi, ma è indubbio come nel mondo del calcio sia praticamente impossibile individuare mosche bianche.
Certo, troppo spesso in Italia e anche a Firenze si punta il dito contro la Curva quando poi sono le tribune a ribollire (lo stesso più o meno avvenne con Ancelotti nella prima sfida di campionato contro il Napoli) tanto più se al Franchi l’intento era semplicemente quello di dar vita a un settore all’inglese. L’idea del referendum per avvicinare il parterre al campo fu tra le più apprezzate dell’era Della Valle al pari dell’eliminazione delle barriere tra i vari settori, ma a chi ogni volta non perde occasione per lasciarsi andare a offese e cori beceri da quel settore andrebbe ricordato come in Inghilterra un comportamento del genere sarebbe del tutto improponibile e soprattutto avrebbe conseguenze pesantissime (le stesse che, non si sa perché, in Italia sembrano impossibili da applicare anche nei casi di razzismo). Più in generale, un conto è la rabbia di un momento, un conto sono le offese reiterate. Senza giustificare il ricorso alla stessa offesa da parte di Gasperini, che stigmatizziamo e sul quale ci auguriamo indaghino gli organi sportivi preposti, è giusto pensare che un comportamento diverso possa permettere a tutti di risparmiarsi una guerra aperta che nulla ha a che fare con il calcio e che in vista della prossima sfida tra Fiorentina e Atalanta in programma il prossimo 9 febbraio rischia di avvelenare fin troppo gli animi dei protagonisti e di conseguenza di chi andrà allo stadio semplicemente per vedersi una partita di calcio.