CALLEJON E I DUBBI SU IMPIEGO E COSTI: CHE FARÀ ITALIANO?
Se per quasi tutti i giocatori in odore di cessione ogni discorso verrà affrontato anche alla luce di quello che sarà il potenziale guadagno che la Fiorentina potrà fare (in modo da avere subito denaro fresco da reinvestire sul mercato), per Josè Maria Callejon il discorso è decisamente diverso. Il futuro dell’attaccante verrà valutato sulla base di due principali fattori: l’effettiva utilità nelle logiche tattiche di Vincenzo Italiano e, soprattutto, la convenienza da parte del club di continuare ad avere un giocatore di 34 anni, magari a mezzo servizio, con un ingaggio di quasi 4,5 milioni lordi (2,2 netti, per la precisione) a meno di un anno dalla scadenza di contratto che nell’ultima stagione - non certo solo per colpa sua - ha collezionato 22 presenze (di cui appena 7 da titolare) e un gol.
Dal punto di vista dell’impiego in campo, sulla carta, non ci dovrebbero essere dubbi: il 4-3-3 che ha in mente il tecnico viola è pane per i denti dell’esterno, che nella sua lunga avventura a Napoli ha fatto le fortune di Benitez, Sarri e Gattuso proprio partendo dalla mattonella di incursore destro. La domanda che tuttavia Italiano e l’area tecnica si stanno facendo da tempo (visto che il discorso era stato affrontato già quando fu scelto Gattuso) è un’altra: può Callejon avere ancora la brillantezza per fare il titolare di un tridente che sarà completato da Vlahovic e Nico Gonzalez? E ancora: ha senso continuare ad avere a libro paga un giocatore che, nel caso in cui non fosse in grado di sostenere 38 gare dal 1’, vanta oggi il secondo stipendio più alto di tutta la rosa (con l’addio di Ribery è Gonzalez ad essere passato in pole position con 2,4 circa di stipendio netto all’anno)?
Dubbi più che legittimi, visto che oltretutto nell’ultimo intervento di Rocco Commisso ai media ufficiali del club, il presidente ha parlato di un nuovo progetto per la sua squadra che abbia al centro l’innesto di giovani di qualità anche per giustificare esborsi molto importanti (Maleh, il riscatto di Sottil e l’acquisto extra lusso di Gonzalez ne sono già la riprova, al contrario ad esempio di Sergio Oliveira che, oltre a delle commissioni esose, sarebbe stato un investimento da “vuoto a perdere”) e non più l’arrivo degli ultra trentenni che in questi primi due anni di nuova gestione hanno rappresentato la politica dominante. L'ultima parola, dunque, spetterà come sempre a Italiano che a Moena potrà valutare coi suoi occhi il da farsi.