C'era una Volta in Viola, dal Bayern alla Serie B a Firenze: la storia di Stefan Effenberg

"O'zapft is". In bavarese significa "Si stappa" ed è la frase con cui il Sindaco di Monaco di Baviera dà ufficialmente il via all'Oktoberfest. Un rituale, con annessa apertura della prima botte di birra, che risale al 1950. Ovviamente però l'Oktoberfest è molto più antico. Per tornare alla sua prima edizione dobbiamo fare un salto nel tempo fino all'inizio del XIX secolo, e più precisamente al 12 ottobre del 1810. Quel giorno il principe Ludwig di Baviera sposava a Monaco la principessa Teresa di Sassonia e il re di Baviera Massimiliano I Giuseppe, il padre dello sposo, organizzò una serie di feste che con il tempo sarebbero diventate il celeberrimo Oktoberfest.
Nel giorno dell'anniversario della festa della birra più famosa del pianeta abbiamo deciso di raccontarvi la storia di Stefan Effenberg, probabilmente il più famoso calciatore tedesco passato dal Bayern Monaco alla Fiorentina. Nato ad Amburgo il 2 agosto del 1968, Effenberg si afferma nel calcio tedesco con la storica maglia del Borussia Mönchengladbach a fine anni 80'. Come ogni talento tedesco che si rispetti viene chiamato dal Bayern Monaco. Più che per le sue prestazioni sul campo (si dimostra comunque uno dei migliori centrocampisti del calcio tedesco) Der Tiger, questo il suo soprannome, in Baviera si fa riconoscere soprattutto per alcune dichiarazioni e comportamenti che generano accese polemiche. Nell'estate del 1992, visto anche il ritorno al Bayern di Lothar Matthaus, Effenberg viene quasi costretto a lasciare i Roten.
Ne approfitta la Fiorentina di Cecchi Gori che con Radice in panchina ambisce alle posizioni di vertice della Serie A. Oltre ad "Effe" quell'estate sbarcano a Firenze giocatori come Baiano e Laudrup ma dopo un ottimo avvio di stagione, con la squadra addirittura in lotta per lo scudetto, ad inizio gennaio Cecchi Gori decide di esonerare Luigi Radice dopo una sconfitta contro l'Atalanta. È l'evento sliding doors del campionato dei viola. Il girone di ritorno è disastroso e la Fiorentina finisce clamorosamente in Serie B. Effenberg, nazionale tedesco, non ha nessuna voglia di rimanere nel campionato cadetto ma Cecchi Gori lo costringe a restare alzandogli lo stipendio e dandogli la fascia da capitano (che poi passerà sul braccio di Iachini). Effenberg rimane in Serie B e contribuirà, seppur senza brillare, al ritorno nel massimo campionato dei viola. A fine stagione però la cessione è inevitabile.
Der Tiger riparte da dove tutto era iniziato, dal Borussia Mönchengladbach. Con i Fohlen vince una Coppa di Germania e nel 1998 il Bayern decide di ripuntare su di lui. È la scelta giusta. Con Ottmar Hitzfeld in panchina Effenberg diventa il calciatore che tutti si aspettavano, si prende l'eredità di Matthaus (con cui si creerà un'accesa rivalità) e nel 2001 alza al cielo da capitano la prima Champions League dei bavaresi dai tempi di Beckenbauer. Questa in breve la carriera da calciatore di Effenberg. Per quanto riguarda invece le vicissitudini extra campo servirebbe un libro per raccontarle tutte. Dalle polemiche con Matthaus al dito medio ai tifosi tedeschi durante i mondiali del 1994 fino alla relazione extraconiugale con la moglie del compagno ai tempi del Bayern Strunz (Sì, quello Strunz). Il tutto oltre alla leggenda secondo cui nel 1993, dopo l'aritmetica retrocessione in Serie B, uscì dal Franchi vestito da donna per sfuggire all'ira dei tifosi.
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