BELOTTI, DOPO IL PRIMO FILOTTO DA TITOLARE PUÒ RIFIATARE PROPRIO A TORINO? LA RIFLESSIONE C'È

01.03.2024 00:00 di  Luciana Magistrato   vedi letture
BELOTTI, DOPO IL PRIMO FILOTTO DA  TITOLARE PUÒ RIFIATARE PROPRIO A TORINO? LA RIFLESSIONE C'È
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© foto di Federico De Luca 2024 @fdlcom

Torino-Fiorentina è sicuramente la partita di Andrea Belotti che, nella squadra viola, sembra vivere una nuova giovinezza dopo le "meraviglie" granata e la parentesi romana. E Vincenzo Italiano, da quando l'attaccante è arrivato, lo ha messo al centro del suo sistema di gioco fin dalla prima partita: 45 minuti a Lecce da subentrato poi il tecnico gli ha affidato la maglia da titolare per quattro partite consecutive, come mai gli era successo nella prima parte del campionato, con la Roma. Minutaggio necessario per fargli trovare il ritmo partita e la continuità che Belotti sembra aver trovato. Nonostante le gare con Bologna ed Empoli non siano state le sue migliori, i 90 minuti con la Lazio hanno restituito un attaccante in forma e con i movimenti giusti anche senza il gol.

I PRECEDENTI DA EX Ora per lui arriva la gara più diffiicle, quella all'Olimpico di Torino dove ha giocato per tanti anni ma dove, già lo scorso aprile, con la maglia della Roma, non fu accolto nel migliore dei modi. "Non ti possiamo insultare se non ti fanno giocare" gli scrissero con lui rimasto seduto tutto il tempo in panchina, mentre a settembre, sempre in maglia giallorossa, lo aspettarono 20mila fischietti; anche in quel caso giocò solo per pochissimi minuti.

LA RIFLESSIONE Alla terza volta la contestazione non sarà certo sopita. Proprio oggi Robert Acquafresca a Radio Firenzeviola ha detto. "Lui è preparato all'ambiente ostile che troverà. Sentire fischi degli avversari ti dà rabbia agonistica e spirito di rivalsa, ti gasa: è capitato anche a me quando sono tornato a Cagliari, dopo che ero passato al Genoa". Anche i compagni si scaldano e si preparano a fermarlo. Ma Italiano ci sta rifkettendo sopra e potrebbe anche evitargli altre emozioni e pressioni lasciandolo inizialmente in panchina anche per farlo rifiatare dopo 5 gare consecutive giocate, di cui 4, come detto, da titolare. Non una mancanza di fiducia, insomma, ma un voler preservare per i tanti impegni successivi un giocatore che si sta rivelando fondamentale evitandogli lo stress emotivo di un ambiente ostile.