ACF, La comunicazione e le tensioni in sala stampa

25.01.2012 18:40 di  Tommaso Loreto   vedi letture
ACF, La comunicazione e le tensioni in sala stampa
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Complici le tante dirette radio, la tensione che oggi si è respirata in sala stampa ha fatto in breve il giro della città. Uno screzio che ha visto protagonista un collega e l'ufficio stampa della Fiorentina. Il tutto mentre Corvino faceva riferimento agli sciacalli che si aggirerebbero (ci permettiamo di tenere il condizionale) intorno alla squadra. Toni forti, tesi, risposte persino violente e, di certo, pochissima collaboratività. Questo, in sintesi, quello che si è respirato in sala stampa, senza necessariamente dover entrare nei dettagli o raccontare situazioni specifiche che, di certo, oggi non sono state piacevoli.

La sensazione, però, resta sempre la stessa. Quella di una divisione, di una barriera, di un muro costantemente alzato sulla stampa. Dalla Fiorentina, certo, e dal suo ramo "comunicativo". L'ambiente viola sempre più allontanato al contatto dei tifosi, è di fatto blindato anche alla stampa, ed è su questi scenari che vanno interpretati gli scontri che spesso sono all'ordine del giorno. Non più tardi di 24 ore fa, del resto, un vero e proprio esercito di colleghi ha passato l'intera giornata, al freddo, in attesa di notizie su una semplice presentazione di un giocatore di fatto già acquistato. Da una settimana.

In un momento comunque delicato come quello che vive la Fiorentina, e soprattutto alla luce di ulteriori tensioni che negli ultimi giorni hanno fatto il giro del web prima e delle edicole poi, non ci permettiamo nè abbiamo intenzione di fornire giudizi di qualsiasi tipo, figuriamoci. Ci limitiamo, tuttavia, a qualche breve considerazione. Come quella di una comunicazione che, di certo, potrebbe essere meno incentrata alle ripicche, alle rivendicazioni o ai vittimismi. Oppure come quella relativa a una collaboratività tra reparto comunicazione Fiorentina e stampa che dovrebbe essere di sostegno reciproco, e non di scontro per qualsiasi sottigliezza. Più semplicemente, come quella più naturale di una società che, nella stampa, dovrebbe vedere un alleato e non un nemico.