2 GIUGNO '46, Cos'era la Fiorentina pre-Repubblica

02.06.2021 19:05 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
Fonte: Dimitri Conti
2 GIUGNO '46, Cos'era la Fiorentina pre-Repubblica
© foto di Federico De Luca

2 giugno 1946: dopo il referendum, l'Italia abbandona la monarchia e si affida ad un ordinamento repubblicano. Proprio oggi ricorrono i 75 anni da quel momento, in cui la Fiorentina era già nata e attiva da una ventina d'anni. Gran parte della storia viola si sviluppa dopo la transizione repubblicana, ma prima di allora cosa era riuscita a fare la squadra del capoluogo toscano? Nei vent'anni non proprio pieni di esistenza durante la monarchia, ma soprattutto nel pieno del fascismo, sono state gettate più che altro le basi per i futuri successi, quasi tutti raccolti dopo il '46.

Fondata tra il 26 (data dell'assemblea in cui si arrivò all'intesa) e il 29 agosto 1926 (quando invece fu consegnato l'atto notarile vero e proprio) su spinta propulsiva del marchese Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano e dall'unione tra Club Sportivo Firenze e Palestra Ginnastica Fiorentina Libertas, la Fiorentina, che inizialmente vestiva in bianco e rosso, cominciò nel segno di allenatori magiari e dalla seconda divisione, prima di raggiungere la Serie A (già passata a girone unico da un paio d'anni) nella stagione 1931/1932, la prima in cui si iniziò ad adottare "Canzone viola" di Marcello Manni come inno. Nel 1929 intanto era arrivata la maglia di colore viola che sarebbe poi diventata segno distintivo e inconfondibile del club, nel 1930 lo stadio Comunale, intitolato a Giovanni Berta prima dell'attuale denominazione "Artemio Franchi" (aveva ancora da venire), che è lo stesso di oggi nell'area di Campo di Marte. Nel 1931 ecco anche i primi acquisti, catalogabili come colpi di mercato di allora: Pitto dal Bologna, che sarà il primo giocatore della Fiorentina ad indossare la casacca della Nazionale italiana, e Petrone, primo grande straniero a incantare Firenze col soprannome di Artillero scalzo, perché tale si presentò alla stazione di Santa Maria Novella secondo i racconti. Lascerà due anni dopo per polemiche con l'allenatore e il crescere di un clima, quello fascista, che l'aveva costretto tra le altre a cambiare il suo nome da Pedro in Pietro.

Ci sarà però tempo anche per la prima retrocessione in Serie B (1937/1938) e soprattutto per il primo trofeo, dopo la repentina risalita in massima serie: la Coppa Italia del 1939/40, vinta dalla Fiorentina in finale contro il Genoa con punteggio di 1-0 e gol decisivo della mezzala Mario Celoria. Intanto era però cominciata la guerra, che fermerà il campionato all'edizione 1942/1943, l'ultimo prima dell'interruzione causata dal divampare delle ostilità sul suolo italico e della radicale trasformazione successiva che si celebra oggi.