UEFA, La Lazio rischia, il club è recidivo
La Lazio rischia. Prova a difendersi ma l’Uefa ha già il rapporto su quanto accaduto martedì a Champions all’Olimpico. Non è cominciata nel migliore dei modi l’avventura della squadra di Delio Rossi. E non solo per il risultato e gli infortuni.
Tra quindici giorni in casa della Dinamo Bucarest la squadra romana dovrà partire dall’1-1 dell’andata per sperare di conquistare un posto nell’Europa che conta, e senza squalificati (espulso Behrami e Mutarelli) e infortunati. Di più, a scuotere i giorni europei della Lazio ci sono gli incidenti avvenuti fuori dall’Olimpico (5 i romeni feriti) e gli ululati razzisti di una parte del pubblico.
È scattata la reazione di tutto l’Olimpico, che ha coperto gli ululati con i fischi, ma non è detto che all’Uefa basti. «La società laziale è recidiva, e in questi casi si rischia di piu», ha detto il capoufficio stampa dell’Uefa Gaillard, all’indomani dell’apertura dell’indagine della confederazione europea. Che riguarda sì quel che è successo dentro l’Olimpico, ma anche il prima: violenza e razzismo, insomma. Anzi, forse più violenza che razzismo.
Il presidente Claudio Lotito, anche attraverso un comunciato, ha respinto ogni tipo di accusa.
«La Lazio attende con fiducia che l’Uefa raccolga tutte le informazioni necessarie per valutare cosa sia accaduto il 14 agosto prima e durante la partita tra Lazio e Dinamo Bucarest - è l’inizio del comunicato - La società si dichiara certa che non sussistono proprie responsabilità in quanto accaduto, peraltro al di fuori del complesso sportivo dello stadio Olimpico, ed auspica, come ha avuto modo di dichiarare il Ministro dell’Interno, la prossima identificazione degli aggressori». «Qualcuno ha riferito di episodi di razzismo all’interno dello stadio - prosegue il club - ma la S.S. Lazio ricorda che la totalità dei tifosi laziali ha prontamente e sonoramente protestato contro uno sparuto gruppo di spettatori, le cui grida sono state immediatamente soverchiate da una corale manifestazione di dissenso».
Secondo la società biancoceleste non sarebbe successo nulla di così rilevante da poter far scattare seri provvedimenti Uefa. E in passato la giustizia sportiva italiana aveva fatto leva sulla netta presa di distanza del pubblico laziale per evitare dure sanzioni. La linea dell’Uefa di Platini è d’altra parte quella della tolleranza zero, e in più c’è la questione della diffida che incombe sul campo laziale. Il delegato Uefa ha già depositato il suo rapporto, i giudici della disciplinare europea hanno anche materiale “audio-video”. Nessuna data è stata però ancora fissata per il caso.
In una squalifica del campo per cori razzisti, la Lazio incappò già dopo una partita col Partizan, nel novembre 2004: squalifica poi trasformata in un turno a porte chiuse. Ora il timore è per una punizione “esemplare”, ancorché commisurata all’entità ben più lieve dei fatti di questa occasione. In ogni caso la Lazio è pronta a battersi fino in fondo.