ROMA, Alessandro Profumo il prossimo patron?
Sarà Alessandro Profumo il prossimo patron della Roma? Con buona pace dei tifosi, è questa la conclusione più probabile della battaglia legale che oppone ormai da oltre un anno Italpetroli e Unicredit. L’istituto di Piazza Cordusio è creditore per oltre 325 milioni - nonchè socio al 49 per cento - della holding della famiglia Sensi che controlla la squadra giallorossa: i prossimi giorni saranno decisivi per trovare una conciliazione, e non sarà facile, visto il clima delle ultime settimane, a base di comunicati polemici e smentite al veleno.
Di certo, per il momento, c’è solo la scadenza: il 23 giugno, data in cui si dovrà tenere l’udienza arbitrale, rinviata ieri proprio per dare alle parti il tempo di cercare una soluzione. Nulla di ufficiale trapela sulle ipotesi a cui stanno lavorando i legali, ma - stando alle indiscrezioni, con l’imprimatur dell’agenzia Radiocor - una bozza di intesa esiste già: tutti gli asset di Italpetroli, primo fra tutti il «gioiello di famiglia», l’As Roma, passerebbero a Unicredit, ad eccezione di alcuni immobili che resterebbero di proprietà della famiglia Sensi. In cambio, la banca estinguerebbe l’intero debito e rinuncerebbe a tutte le controversie legali in atto - patto di riscadenzamento e decreti ingiuntivi - nei confronti di Italpetroli.
I prossimi giorni - diciannove, per l’esattezza - saranno quindi decisivi: «Ci auguriamo, da ambo le parti, che si possa raggiungere un accordo di conciliazione», ha detto l’avvocato di Italpetroli, Agostino Gambino. Dichiarazioni soft, arrivate però dopo un faccia a faccia durissimo, innescato nei giorni scorsi da indiscrezioni di stampa che davano la società a un passo dal fallimento (al debito con Piazza Cordusio se ne aggiungerebbero altri, tra cui un centinaio di milioni con Mps), obbligata ad aggrapparsi al salvagente Unicredit: «Pseudo notizie, la cui origine e la cui finalità sono del tutto chiare», le ha definite la società guidata da Rosella Sensi.
A stretto giro, la replica di Unicredit, che a sua volta ha smentito «le gravi insinuazioni contenute nel comunicato stampa diffuso al mercato da Compagnia Italpetroli, che parrebbe attribuire alla stessa Unicredit la paternità di notizie, riferite dalla compagnia Italpetroli come false, apparse sulla stampa».