PRES. ISS, La curva epidemica sembra attenuarsi
Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, ha parlato da Roma in conferenza stampa: “Il ministero e l’Iss, col Consiglio Superiore di Sanità, hanno deciso di attivare questo appuntamento che non sostituisce quello delle 18 con la Protezione Civile. Lo facciamo perché questa è una sfida che vinceremo tutti assieme e proprio per questo è necessario che tutti siamo informati, anche sui mezzi che possono aiutarci.
La prima riflessione riguarda la curva che comunichiamo come Istituto, una curva diversa da quelli dei rapporti della Protezione Civile. Questa curva riporta le segnalazioni che arrivano all’Istituto dalla rete regionale, c’è un piccolo ritardo su quelle della Protezione Civile. Quel che ci interessa è l’andamento, non i valori in senso assoluto. Il dato rilevante è che negli ultimi giorni, a partire dal 19-20 marzo, il numero di nuovi casi segnalati è diminuito. La curva sembra, e sottolineo sembra, si stia attenuando. C’è un piccolo ritardo dovuto al grande lavoro dei laboratori in questi giorni. Ma qualche considerazione possiamo farla: non illudiamoci che un rallentamento della diffusione possa permetterci di allentare le misure prese. Ci sono aree in cui il virus circola con forza e altre in cui circola meno, l’obiettivo è quello di evitare che queste ultime non diventino come le prime. La Lombardia ha una curva che sembra essere in attenuazione, così come il Veneto. Poi l’Emilia Romagna, che ha focolai verso Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Rimini, quindi scendendo anche a Pesaro-Urbino. La diffusione epidemiologica è diversa nel paese, ma noi non dobbiamo cambiare il nostro atteggiamento generalizzato nella lotta al virus.
La situazione degli operatori sanitari? “Sono il bene più prezioso che abbiamo. Mi riferisco a tutti i livelli, dalla prevenzione alle cure primarie, i medici, i pediatri, gli infermieri, gli operatori ospedalieri, i tecnici. Ma pure chi lavora ai trasporti sanitari, al pronto soccorso, chi collega i vari servizi. Sono tutte figure importanti, tutte, e noi vogliamo salvaguardarli. All’inizio c’è stato un picco su queste figure, poi piano piano c’è stata una diffusione più contenuta. Poi vorrei riflettere su altre strutture delicate in questa fase, ovvero le Rsa o case di riposo. Sono ambiti particolarmente delicati, al loro interno hanno persone fragili o anziane. Sono presenti su tutta Italia e lì lavorano operatori sanitari”.
Come leggere i dati delle ultime ore? “I dati sulle vittime rigurdano 2 settimane fa, i dati degli infetti almeno una settimana fa. Ci dobbiamo avvicinare al livello di crescita 1, poi dobbiamo andare avanti una volta arrivati lì. Non dobbiamo fermarci. Non abbiamo ancora scollinato, ma ci stiamo avvicinando alla cima. La lotta al contagio continua a dipendere direttamente dai nostri comportamenti”.
I test rapidi fai da te sono affidabili? “Il Comitato Tecnico Scientifico si è espresso chiaramente: ad oggi i test che vanno alla ricerca dell’RNA sono test affidabili, ma lunghi e complicati da fare. Gli altri, rapidi o sierologici, non hanno ancora raggiunto livelli di affidabilità tali da essere utilizzati. Per questo non ne viene raccomandato l’utilizzo. Questo ad oggi”.
Previsioni possibili sul contagio? “I dati che oggi possiamo mettere in campo sono legati alle misure adottate, che stanno ottenendo risultati. Stiamo studiando le curve, una previsione è difficile. Secondo me è un qualcosa con cui dovremo convivere ancora per le prossime settimane, resta da capire come. Dovremo trovare delle modalità di convivenza che proteggano le persone più fragili. Non dimentichiamoci che siamo il paese pilota, piano piano stiamo acquisendo esperienze scientifiche e gli altri paesi ci stanno seguendo. Questo per dire che dobbiamo conviverci per qualche settimana, ma intanto dobbiamo puntare a scollinare”.
I dati di ieri preoccupano? “L’andamento delle curve, continuo a ripeterlo, dipende da come noi ci comportiamo. Dopo aver raggiunto il picco, dobbiamo mantenere l’impegno di questi giorni. I dati vanno letti e analizzati, ma non presi come buoni in senso assoluto. Ci possono essere dei ritardi nei campionamenti, nelle consegne, quindi un reporting di un giorno può riguardare tamponi fatti precedentemente”.