PREMIER, I politici contro l'ondata di calciatori stranieri
Straniero è bello anche in Premier League, ma ai politici inglesi questo andazzo non piace per niente e hanno già annunciato drastiche misure per cercare di arginare l’invasione. Lo rivela L’Independent, mentre il Daily Star ha fatto la classifica dei club dove la pattuglia d’oltremanica è superiore a quella autoctona e a stravincere è stato l’Arsenal, con un rapporto di 22 a 2, nettamente superiore a Chelsea (16 a 9) e Liverpool (18 a 5). Più omogenea, invece, la situazione in casa del Manchester United (15 stranieri contro 12 inglesi), come pure per Tottenham (15 a 14), Fulham (13 a 12) e Newcastle (15 a 10).
330 STRANIERI, 66 NAZIONI - Analizzando, invece, il mercato ancora in corso (si chiuderà il 31 agosto), è il Liverpool ad aver guardato maggiormente oltre le scogliere di Dover, visto che Benitez ha fatto shopping in mezzo mondo, portando a casa 11 giocatori, mentre il Manchester City si è fermato a 8 e il Bolton a 7. Manchester United e Arsenal si sono accontentati di 4 e il Chelsea di 3 (l’ultimo è Alex). Calcolatrice alla mano, la stagione di Premier League che va ad iniziare conta ben 330 stranieri di 66 nazioni diverse (lo scorso anno erano 280) e per la prima volta nella storia della League, più della metà dei giocatori non sono inglesi (quando venne istituita nel 1992 erano appena 11). E il trend si sta espandendo anche ai campionati minori, pieni di calciatori provenienti da altre nazioni e comprati a basso costo. Stando ai critici, sarebbe proprio la massiccia presenza estera a depauperare il calcio di Sua Maestà, con conseguente crisi della stessa nazionale, che non vince un Mondiale da 41 anni.
SCENDE IN CAMPO LA POLITICA - Da qui, l’intervento del governo che, tramite James Purnell, Segretario di Stato per la cultura e lo sport nonché grande tifoso dell’Arsenal, ha chiesto apertamente ai club di destinare più soldi e più sforzi per le accademie calcistiche, in modo da allevare giovani talenti inglesi, piuttosto che imbottirsi di campioni stranieri. E’ la prima volta che un esponente del governo mostra così chiaramente la sua totale disapprovazione per la continua scelta oltreconfine compiuta dalle società e la cosa ha del clamoroso da queste parti. L’ex ministro dello Sport Richard Caborn aveva già provato ad ipotizzare il ricorso al blocco degli stranieri e l’introduzione del tetto salariale per cercare di arginare l’invasione, ma la sua crociata si era conclusa con una disfatta. Ora, invece, il governo sembra intenzionato a cambiare radicalmente strategia. I capi della Premier League hanno incassato le critiche, ma rilanciano: “Ogni club vorrebbe incrementare il più possibile il numero di giocatori locali – ha spiegato il portavoce Dan Johnson – ma le società vogliono anche i calciatori migliori, vogliono i campioni, perché questo è quello che davvero chiedono i tifosi”. Si annuncia una dura battaglia.