OSVALDO, Il coraggio di scegliere il numero 9
Se non altro ha coraggio, il resto si vedrà. E quando Pablo Daniel Osvaldo sventola la maglia viola con il numero numero 9 — quella di Batistuta, argentino come lui, ma per ora meglio di lui — il sorriso diventa un delicato ghigno: «So che è una grande responsabilità, Gabriel è stato un idolo qui e nel nostro Paese, ma spero che questo numero mi porti bene».
La faccia è tosta. E i piedi come sono? Il mezzo ghigno ritorna sorriso: «Non parlo di me, vedrete in campo quello che so fare. Dico solo che nel Lecce ho giocato da prima punta e da esterno, preferisco la prima soluzione, ma mi adatto». Poche parole, aria da dritto, la gente si conquista in fretta e lui sembra convinto di potercela fare. Un gol e oplà, Osvaldo farà rima con Ronaldo. Paragoni blasfemi, anche se Corvino sembra più convinto ancora, sbircia torvo gli scettici e rivendica il fatto di averlo acquistato per (quasi) cinque milioni: «Vedrete, vedrete quanto vale Daniel, imparerete a conoscerlo in campo...».
VENTUN ANNI, 34 presenze in serie B con il Lecce, solo 12 di queste giocate per intero (ma con 9 reti), otto ammonizioni e un’espulsione: il passato di Osvaldo comincia nell’Huracan (dove Corvino lo individua, segnalandolo a un direttore sportivo amico) e prosegue in Italia con Atalanta e Lecce prima dello sbarco in viola.
Arrivo turbolento, almeno a giudicare dal clima della presentazione, durante la quale il direttore sportivo Corvino ribadisce — con un tono più duro che amareggiato — la sua posizione: «Daniel si è preso la responsabilità di scegliere il numero 9, ma anche io mi prendo belle responsabilità e lascio tanti alibi agli altri...». Lo sfogo continua: « Nessuno può avere il potere di cambiarmi attaccandomi per le mie scelte. Il rapporto con l’informazione deve essere sano, le azioni sporche non mi piacciono e le minacce non mi fanno paura. Io faccio l’interesse della società, è finito il tempo delle ciliegine, arriveranno solo giocatori utili alla causa. Il mercato è aperto fino al 30, se ci saranno le condizioni da Fiorentina noi ci faremo avanti. Abbiamo un tetto di ingaggi e siamo contenti di lavorare all’interno di questi parametri, non ci faremo condizionare da chi cerca di far leva sulla scontentezza dei tifosi».
Che anche ieri erano presenti a San Piero a Sieve in più di mille, Osvaldo è entrato in campo con la maglia numero 9 e sono volati solo applausi: segno che la fiducia intorno al progetto viola c’è e i quasi 22.000 abbonamenti potrebbero aumentare ancora con l’arrivo dell’esterno sinistro.