MASCARELLO, C'è voglia di far crescere la società
Marta Mascarello, centrocampista classe 1998 dell’ACF Fiorentina Femminile, ha parlato di attualità: "A 22 anni mi sento giovane anche se in squadra ce ne sono di più giovani di me. Sono nata a Bra, sono cresciuta nel mio paese, a Monticello, anche calcisticamente".
Sei delle zone di Ferrero, quindi una delle prime consumatrici di Nutella?
“Sì, assolutamente, anche se dopo un po’ ti viene la nausea a forza di mangiarne, anche perché ad Alba- dove è lo stabilimento Ferrero- c’è sempre questo odore di cioccolata! Però, a parte gli scherzi, come fai a non amare la Nutella!”.
C’è un piatto tipico delle tue zone che preferisci?
“Beh nella mia terra si mangia veramente bene! Io mi porto dietro il vitello tonnato, la carne cruda, i tagliolini al ragù, i ravioli al plin…però me li cucina la mamma, io non sono una gran cuoca”.
Nella tua infanzia hai giocato anche a pallapugno, uno sport particolare…
“Sì, nel mio paese a Monticello c’è una squadra storica di pallapugno, uno sport che si pratica tra basso Piemonte e Liguria e si gioca durante l’estate quando non avevo l’impegno del calcio, grazie soprattutto a mio fratello: lo guardavo giocare, è uno sport che riunisce tutto il paese. Si gioca quattro contro quattro in un campo di 90 metri con una rete nel mezzo. La dinamica è simile a quella del tamburello solo che si gioca con una palla da 190 grammi e il pugno fasciato con cui devi colpirla”.
Quando è stato il momento in cui hai cominciato a pensare che il calcio per te sarebbe stato più di un semplice hobby?
“Quando andai a Tavagnacco fu una scommessa: avevo appena finito le superiori, era un po’ un “la va o la spacca”. Mi sono detta: “vediamo come va”, se fosse andata bene avrei continuato, altrimenti mi sarei trovata un piano B. E possiamo dire che ho fatto molto bene”.
Hai la sensazione che la Fiorentina Femminile stia cambiando pelle?
“C’è interesse da parte di tutti di far crescere questa società, quindi sono molto contenta e fiduciosa. Cosa non ha funzionato in questo inizio? I risultati dicono che ci sarebbe da salvare le prime tre partite e mettere da parte le ultime tre. Io credo che la nostra sia una squadra costruita bene, dobbiamo semplicemente trovare i nostri equilibri perché la squadra ha cambiato tanto”.
Ti ispiri a qualcuna in particolare, pensando anche alla trasferta in casa della Roma?
“A me piace molto Manuela Giugliano, ci ho fatto tutte le Nazionali giovanili insieme, quindi l’ho vista crescere insieme a me. Se devo dirne una, dico lei”.
Che tipo di centrocampista sei?
“Sono una che cerca di arrabattarsi su tutto, detta in parole povere. Principalmente sono tecnica, anche se negli ultimi anni sto cercando di crescere molto anche sulla fase di interdizione, perché a questi livelli devi saper far bene tutte e due le fasi”.
La Nazionale?
“È il sogno di ogni persona che inizia a giocare a calcio. È una frase fatta ma è la verità, perché è un punto di arrivo. Per questo sono molto contenta di come sta andando, sia di aver fatto parte del pre-Mondiale, anche se poi non sono stata scelta per il Mondiale, e ultimamente con i raduni azzurri”.
Proprio in Nazionale, con Guagni positiva al Coronavirus, sei stata costretta all’isolamento fiduciario. Come l’hai vissuto?
“Sono stati dieci giorni particolari, senza poter vedere né stare a contatto con nessuno. Per questo mi aggrego al messaggio di Alia nel non abbassare mai la guardia”.