LIVERANI, Io in viola? Ci fu un piacersi. Un giorno...
Intervenuto a Zona Mista su RTV 38, Fabio Liverani, ex viola, ha parlato così: Firenze? Una tappa eccezionale. Sono arrivato a Roma e dopo 5 anni si è concluso un ciclo. Firenze è stato un distacco da casa. Una scommessa nuova con un gruppo che aveva qualità e una società ambiziosa. Mi piaceva il progetto. Quando arrivai, la sentenza calciopoli ci fece partire con un -19, ma facemmo qualcosa di straordinario. Ci siamo uniti così tanto, che negli anni è rimasto un legame indissolubile. Quella squadra aveva tanti leader. Mi piace tornare spesso a Firenze. Quando venni col Palermo ricevetti un applauso prima e dopo aver vinto la gara. Non lo potrò mai dimenticare. Io in Viola prima della cessione del club? C’era stato un piacersi. Mi sarebbe piaciuto poter misurarmi anche da allenatore, un giorno, magari… Il centrocampo di oggi? Il calcio è sempre in evoluzione, Pirlo, Liverani e Pizarro sono giocatori che oggi scarseggiano. Oggi posso pensare a Jorginho e a Locatelli. Pulgar è un regista più difensivo. Problema della Fiorentina? Credo che non sia un problema di Firenze. Le idee dovrebbero essere un pochino più chiare quando ci si mette a costruire, quindi ds, squadra e allenatore.
Oggi gli allenatori che riescono a scegliere i giocatori adatti al loro gioco, anticipano il lavoro di due o tre mesi. De Zerbi oggi è un allenatore che incide velocemente, perché la società gli permette di scegliere i calciatori in base alla sua idea di calcio. Più che una questione di tempo, è una questione di scelte. L’allenatore non deve essere visto come un prigioniero della società. Il premio, se le cose vengono fatte bene, è sempre della società. Quando oggi leggo che una società è in dubbio tra Juric e De Zerbi, mi preoccupo, perché sono due idee completamente diverse. È un problema. Firenze come Roma quanto a passione per i giocatori? Sono piazze molto calde e pensate che Firenze è solo viola. Nelle città così passionali i giudizi oscillano tra l’esaltazione e la distruzione. Bisogna saper accettare questi ambienti. Firenze pretende ed esalta, però capisce i momenti negativi e ti accompagna nelle difficoltà. Fonseca e Gattuso? Hanno idee propositive. Fonseca mi piace molto, ha un’idea chiara, a prescindere dal risultato. Rino ha fatto due anni straordinari e oggi che ha la squadra al completo, dimostra che avrebbe potuto vincere il campionato. Sono due profili giusti. Vlahovic? È un giocatore dalle potenzialità incredibili, aveva bisogno di spazio, di fiducia e di poter sbagliare”.