L'avvocato Carlo Taormina: "Il calcio sta sbagliando tutto"
Fonte: Esclusiva TMWnews.it
TMW regala ai propri lettori un'eslusiva di assoluto prestigio. A pochi giorni dai deprecabili episodi di Catania, abbiamo interpellato Carlo Taormina, famosissimo avvocato al centro dei più scottanti casi giudiziari nell'Italia dell'ultimo quarto di secolo. Taormina, tra le altre cose, è anche un grandissimo esperto di calcio, nella veste di vecchio cuore giallorosso e di ospite fisso al processo di Biscardi: nessuno meglio di lui può offrire un'analisi degli ultimi accadimenti ed apprestare le soluzioni più adatte sotto il profilo giuridico.
L'attualità è stringente ed amara. Questo pomeriggio il governo italiano e le massime autorità dello sport si riuniscono per approntare rimedi immediati contro il demone della violenza che ha afflitto il calcio ed in tal senso si accavallano le indiscrezioni. Lei cosa propone per ovviare a questa piaga?
"La gravità dei fatti è fuori discussione, ma bisogna essere in grado di capire da cosa si parte altrimenti anche le misure da adottare non sono adeguate. Dall'autopsia dell'ispettore Raciti è emerso che la morte sarebbe stata determinata da una sprangata inferta all'altezza del fegato, quindi vengono eliminate le versioni del masso di tufo buttato sul parabrezza e che avrebbe funzionato da corpo contundente, e quella della bomba carta come fonte di fumogeni che avrebbe determinato l'asfissia. Questo significa che il contrasto violento è avvenuto nel corso delle operazioni, io non so fino a che punto si possa sostenere l'ipotesi dell'omicidio volontario, nemmeno facendo riferimento al dolo eventuale. Il corpo contundente è stato utilizzato in un momento di scontro tra il poliziotto e l'ultrà e quindi non con l'intento di uccidere quanto di percuotere e di ledere. A questo punto la strada concreta è quella dell'omicidio preterintenzionale o comunque di un delitto non voluto".
Il pm di Catania ha infatti smentito che si sia trattato di un'imboscata in relazione alla testimonianza di Raciti contro un ultras la settimana scorsa
"Un attimo prima che venisse attaccata la macchina, Raciti aveva arrestato una persona che veniva portata via nel veicolo poi colpito dal masso di tufo. La sommarietà delle ricostruzioni è sempre pericolosa, con questo non voglio dire che i fatti perdano di gravità, ma discutere di un omicidio preterintenzionale o volontario cambia la sostanza".
Al di là della dinamica che ha portato a questo tragico evento, il calcio si è compattato per dare una risposta esauriente a quanto accaduto
"Credo che sospendere le partite sia stato un gravissimo errore e sarebbe altrettanto grave non farle riprendere subito o addirittura far disputare le gare a porte chiuse. Tutto ciò porterebbe all'esasperazione degli animi piuttosto che alla tranquillità e alla sicurezza".
Tra l'altro una delle misure preventivate è il divieto di preparare le trasferte al tifo organizzato. Lo chiedo al rinomato penalista: non sarebbe costituzionalmente illegittimo?
"Sono cose assolutamente senza senso. Come faccio a impedire alla gente di andare a seguire una squadra fuori casa? Dobbiamo stare attenti, abbiamo conquistato tante libertà nel nostro ordinamento e non è che ogni volta che succede qualcosa bisogna ricominciare tutto da capo. Non abbiamo rinunciato alle garanzie costituzionali nemmeno sotto il terrorismo, penso fosse una cosa molto più gravi di quello che stiamo vivendo. Cerchiamo di avere il senso delle proporzioni".
Si sta discutendo di anticipare sin da subito la messa a norma degli stadi ai sensi del decreto Pisanu, inizialmente prevista per il 2009. Gli impianti inadeguati rimarranno chiusi. Questa misura produrrebbe qualche effetto?
"Facevo parte della maggioranza all'epoca dell'emanazione. Sono stato il relatore di quel decreto e non mi ha per niente entusiasmato perchè insoddisfacente".
Lo stesso Pisanu ha lamentato un'applicazione incompleta delle norme in questione
"Sì, ed anche una disapplicazione trasversale, nel senso che sia sotto il governo precedente che attualmente vi sarebbe stata una sorta di renitenza. La verità è tali queste norme non affrontano alla radice i problemi, problemi di carattere preventivo e repressivo".
Ce li illustri ad uno ad uno
"Sul piano strettamente repressivo ho sentito parlare di immediata esecuzione della pena, e questo mi fa semplicemente ridere, c'è piuttosto da prevedere la celebrazione obbligatoria dei giudizi direttissimi anche nei riguardi degli imputati a piede libero e non soltanto verso quelli in stato di arresto. Secondo punto: creare un'aggravante speciale nello svolgimento di azioni violente nella contestualità di manifestazioni sportive. Terzo: prevedere provvedimenti di custodia cautelare che contemplino un'inversione dell'onere della prova, e cioè in presenza di gravi indizi ed esigenze cautelari sei tu che devi dimostrare che non sussiste la pericolosità, così come previsto dall'art.275 c.p.p. cui basterebbe aggiungere un'espressa previsione per questi reati. Poi la cosa più importante, i club che costituiscono focolai di criminalità organizzata. Si cominci a dire che i club costituiscono associazioni per delinquere finalizzate ad attività di violenza negli stadi. I loro componenti si considerino associati per delinquere nei confronti dei quali si aggiungono i reati specificamente compiuti nel corso della manifestazioni".
In effetti un ultrà incappucciato ha riferito in tv che il loro codice d'onore prevede di coprire chi delinque ed è un codice che vale in ogni parte della penisola
"Coprire chi delinque si avvicina allo stampo mafioso. L'associazione per delinquere, con l'assunzione del ruolo di organizzatori e capi a coloro che lo sono, aggraverebbe di molto il trattamento sanzionatorio. Sul piano della prevenzione si fa pochissimo, essa dovrebbe essere affidata per intero alle società che dovrebbero occuparsi della sicurezza interna agli stadi".
Considera dunque uno spreco di denaro pubblico 1500 agenti impegnati per una partita di pallone
"La ritengo anche una cosa non dovuta. Il mondo del calcio è davvero strano: quando gli fa comodo si considera un'organizzazione privatistica e quindi rivendica la clausola compromissoria e che un suo iscritto non possa querelare nessuno senza autorizzazione, infine vuole dar corso ad una giustizia arbitrale come in Calciopoli anche se definirla tale è veramente troppo visto come è stata amministrata la vicenda, con l'arbitrato che ha quasi azzerato le precedenti sentenze. Roba da ridere a crepapelle. Da una parte vogliono essere un sistema chiuso, poi improvvisamente chiedono che le forze di polizia garantiscano sicurezza. Invece dovrebbero pagare da sè le spese per garantire l'ordine, anche se questo non significa disattenzione da parte dello Stato".
Lei ha la sensazione che in questi giorni abbiamo assistito a delle parate?
"Sì, a "Quelli che il Calcio" sembrava di assistere alla santificazione di Pulvirenti che non ha fatto nulla nei mesi scorsi nonostante gli episodi di violenza intorno al suo stadio. Abbiamo assistito ad un piagnisteo che definirei ridicolo. Io poi fossi nella Rai sospenderei Pippo Baudo. Nel corso di "Domenica In" ha attaccato la Chiesa per non aver sospeso la festività catanese ed il Papa per non essersi pronunciato sui fatti del Cibali. Se noi vogliamo dare un incitamento a questi criminali è proprio attraverso questo tipo di iniziative. Pensi che vittoria per gli ultras se il Pontefice avesse parlato di loro o se una festività millenaria come S.Agata fosse stata sospesa. Quanto ha detto Baudo è gravissimo".
Forse Pippo cercava di farsi pubblicità in vista dell'imminente Sanremo...
"No, voleva semplicemente aumentare l'audience della trasmissione. Questa persona appartiene all'immaginario collettivo come equilibrata, ma non lo è o almeno ha dimostrato di non esserlo".
In questi giorni si sta richiamando il modello inglese che ha debellato gli hoolingans. Si può trapiantare da noi?
"Il sistema inglese si basa sull'inibitoria. Un'inibitoria a vita salvo revoca, se dopo dieci anni dimostri di esserti ravveduto si può ridiscutere. In Inghilterra allo stadio c'è il giudice, perchè non facciamo lo stesso? Penso ai giudici monocratici o a quelli di pace, si potrebbe fare anche da noi".
E' così difficile innervare il concetto di legalità all'interno del nostro calcio? Si è parlato di Calciopoli, Figc anno zero e da ultimo spunta la denuncia dell'ex interista Simone Brunelli e si riapre il filone del doping amministrativo
"Il doping amministrativo è sempre esistito, è una pratica normale delle società di calcio, ultimamente hanno pubblicato nomi di giocatori sconosciuti valutati in bilancio milioni e milioni. Questa storia la conosco dagli anni ottanta quando ero dentro i consigli di amministrazione. L'Inter ha un passivo di 6-700 miliardi delle vecchie lire e continua a spendere e spandere. Il falso in bilancio, come fatturazione di operazioni inesistenti o gonfiaggio di prezzi, è una pratica ricorrente di tutti gli imprenditori e il calcio non fa eccezione".
In tutto questo il vicepresidente De Martino ha evidenziato il ruolo di calcio pulito svolto dalla Roma
"Posso testimoniarlo personalmente da ex consigliere giallorosso. Ogni consiglio di amministrazione era un tormento, ereditavamo la situazione di Ciarrapico con alcuni calciatori dell'est Europa dai trasferimenti strani. Franco Sensi era ossessionato da queste cose. Appostazione di bilancio di calciatori che risultavano pagati e non lo erano, di contratti sottoposti a condizioni sospensive inesistenti. Su questo Sensi era intrasigente ed irreprensibile. Come devo dire sto trovando molto positivo l'atteggiamento di Claudio Lotito che conosco particolarmente bene. Quando mi diceva l'entità degli stipendi dei calciatori io non volevo crederci invece era tutto vero".
Per concludere: il campionato è già stato vinto dall'Inter?
"No, anche se in questo giudizio rischia di trasparire il tifoso piuttosto che il tecnico. In passato ci sono state rimonte incredibili, anche nell'anno del nostro scudetto avevamo perso molte lunghezze tanto da vincere per poco. Il punto a nostro favore è che Mancini è un allenatore scarsissimo. Punto su di lui come tifoso perchè non è un tecnico capace, con i nomi a disposizione fa fatica a trovare un gioco. Mancini si è ritrovato a guidare grandi squadre senza avere la necessaria esperienza".
Passiamo al Mancini brasiliano. Lei ha derubricato a speculazioni mediatiche le voci che lo davano in procinto di andare all'Inter
"Ho avuto notizie confortanti a proposito. Si dicevano del resto le stesse cose riguardo Chivu. Mancini resta".
E gli altri rinnovi in casa romanista si faranno?
"Non so, mi dispiacerebbe moltissimo se partisse Mexes, come si dice con insistenza per via di un problema di cassa, è un giocatore di grande affibilità e classe nonostante qualche sfondone di troppo".