IACHINI, Eravamo stanchi. Sul rigore e il mio addio...
Beppe Iachini ha parlato a DAZN dopo la sconfitta contro il Napoli: "Volevamo fare una buona partita per dare continuità ai nostri risultati. Sul piano della compattezza la squadra ha fatto bene, concedendo pochissimo. Però nelle uscite abbiamo sbagliato qualche passaggio di troppo non permettendoci di essere più pericolosi. Però abbiamo avuto un giorno in meno di recupero rispetto alle altre squadre e ci è mancata un po' di brillantezza. Peccato perché non stavamo rischiando nulla e per un episodio, un rigore, la partita ha preso binari diversi. La squadra però ha corso e si è impegnata per fare un risultato giusto".
L'episodio del rigore?
"La maglia si muove, ma è stato accentuato un po' il tuffo. Comunque sono decisioni arbitrali: a noi dispiace perché la partita è stata messa sui binari del Napoli. È un peccato".
Giocato male in attacco?
"Avevamo preparato la partita per essere più incisivi nelle uscite, come fatto con Juventus e Lazio. Però forse per mancanza di energia e per qualche errore non ci siamo riusciti. Per il resto non abbiamo concesso nulla".
Mancato Castrovilli?
"Dall'inizio mi aspettavo che le due mezzali offensive ci permettessero di attaccare meglio. Ma quando sbagli il primo passaggio sulle uscite non puoi essere pericoloso davanti. Ma alla terza partita eravamo poco lucidi. Sotto l'aspetto delle motivazioni la squadra è sempre stata in partita".
L'addio di ieri?
"Ieri in sede di preparazione alla partita, dopo lo studio video è entrato il presidente, i dirigenti e tutti quanti dello staff e la squadra mi ha regalato una maglia con scritto "Grazie Beppe" applaudendomi. Questo spiega quanto timore ci fosse nel finire la stagione, invece siamo riusciti a tre partite dalla fine a tirarci fuori. Vuol dire che abbiamo lavorato bene. Sono gesti che non potrò dimenticare".
Restare?
"Dopo la Lazio il pres ha fatto qualche battuta in questo senso, ma per come si sono sviluppate le cose è giusto che la Fiorentina vada avanti con un nuovo progetto. E che Beppe andasse, non perché non sto bene ma perché qui non faccio solo l'allenatore: ho una partecipazione troppo grande. Per me la Fiorentina non è una squadra come le altre".