GANDINI, Ebbi contatti con ACF ma non andò in porto
Umberto Gandini, ex dirigente di Roma e Milan oggi presidente della Lega Basket, ha parlato di tanti temi riguardanti il calcio italiano e la Fiorentina. Queste le sue parole, partendo dal momento dello sport italiano: "La parola giusta per descrivere il momento è "drammatico". Perché le società professionistiche stanno continuando la loro attività e anche se sono partite con presupposti ottimistici, non ci sono ricavi ed interventi diretti di sostegno. Sembrava potessero essere presi in considerazione alcuni provvedimenti a sostegno dello sport ma la realtà è che pallavolo, calcio, basket e tutte le altre attività sono ancora in attesa. E le società si devono autotassare per andare avanti".
I problemi delle proprietà nell'investire e creare nuovi stadi o strutture?
"La situazione che stiamo vivendo è fantascientifica. Gli ultimi interventi di grande impatto nel mondo delle strutture sportive sono stati fatti per i Mondiali degli anni '90, oltre 30 anni fa. Le situazioni di Firenze, Roma, Milano o tante altre sono tutte vie crucis di cui non si vede la fine. Il dipartimento che crea il 3% del PIL del nostro paese non riesce a superare gli ostacoli messi dalle burocrazie: è fantascienza".
Cosa pensa del progetto Milan?
"Che un prodotto si definisce vincente quando vince (sorride, ndr). Per fortuna il campionato non è ancora finito e le posizioni sono da definire. Il Milan mi ha sorpreso: ci è voluto del tempo, ma Maldini e Massara, che considero molto bravo avendoci lavorato insieme a Roma, hanno messo insieme un giocattolo che sta funzionando molto bene, sostenendo Pioli anche nei momenti difficili e schierandosi contro la proprietà. Ora stanno pagando tanto gli infortuni, che comunque capitano più o meno a tutti. E sono mancati un po' alcuni giocatori chiave: il Milan si è un po' perso da quando manca Ibrahimovic, la cui leadership e forza aveva cementato il gruppo. Ora ha una partita delicata, Firenze storicamente non è una piazza facile per il Milan anche se a porte chiuse le cose cambiano. Di fronte ci sarà una squadra alla ricerca di se stessa, che ha fatto un bel risultato in trasferta e si presenterà alla sfida con voglia di vincere".
A proposito della Fiorentina, cosa ne pensa?
"La Fiorentina è una società storica, che ha fatto tantissimo nel calcio italiano. È un peccato vederla in difficoltà. Questa stagione è veramente anomala, la proprietà Commisso ha avuto pochissimo tempo per capire la struttura e si è trovata in mezzo alla bufera che ha colpito tutto il mondo. L'apprendistato è stato velocizzato al massimo. È molto difficile fare calcio in Italia: bisogna avere pazienza e voglia di rimettersi in gioco, senza vivere delle esperienze passate. Bisogna subire periodi in cui si fa fatica, l'importante è avere una proprietà determinata anche se ovviamente i problemi sul centro sportivo hanno un po' distratto. Il focus dev'essere sul core business: fare risultati".
Vicino alla Fiorentina con la nuova proprietà?
"Non ho mai parlato direttamente con Rocco Commisso o Joe Barone. Ma nel periodo in cui hanno acquistato la Fiorentina ci sono stati dei contatti indiretti nei quali mi era stata paventata la possibilità di entrare nella società, mi dispiace non sia andata in porto. Dai contatti non siamo passati però alla conoscenza con la proprietà e quindi non se n'è fatto di nulla".