FAIR PLAY FINANZIARIO, Domani si decide
Firenze già da un po' si sta abituando al concetto di pareggio di bilancio, vero e proprio credo della dirigenza viola per mantenere una squadra sana dal punto di vista finanziario. In Europa questo concetto si chiama fair play finanziario, ed è uno dei cavalli di battaglia della presidenza Platini. Si sta finalmente delineando il meccanismo che dovrà applicarsi in caso di non rispetto delle norme sul fair play. Finora si era parlato di esclusione dalle coppe europee di quelle squadre che sforavano il pareggio tra ricavi e spese. Il rischio ad oggi, come scrive la Gazzetta, è quello di trovarsi di fronte una situazione che può sfuggire di mano all'UEFA di Platini. Infatti i club che oggi dispongono di immense disponibilità finanziarie grazie ai soldi dei loro proprietari (oltre allo 'storico' Chelsea, si stanno aggiungendo altre squadre come il Manchester City o il PSG, e gli altri) potrebbero decidere di non sottostare a queste regole e pensare seriamente ad organizzare un campionato continentale solo per loro.
L'anticipazione di Fabio Licari sulle sanzioni che saranno decise domani dall'Esecutivo UEFA per essere poi approvate dal Congresso di marzo e recepite dagli Statuti delle varie federazioni, è un bello scoop: "L'idea originaria è stata ammorbidita: a Nyon hanno capito che i grandi non aspettano altro per fare 'cartello' e unirsi in una Superlega". Ecco dunque che le proposte saranno sulla base di specifici divieti e trattenute. Infatti si discute di vietare alle squadre deficitarie di poter schierare i neo-acquisti, e di un prelievo in percentuale sui guadagni in Europa di queste squadre per ridividerli tra le squadre probe (in modo da mettere in contrasto le varie squadre ed evitare che facciano fronte unico); infine saranno applicate tutte le sanzionie già scritte nei codici delle Federazioni Nazionali, dalle multe alle penalizzazioni.
Certamente quello che emerge è un contrasto tra chi del fair play finanziario si è detto molto soddisfatto in nome di competizioni più equilibrate e varie, o per la semplice adesione alle ragioni della norma che dovrebbe calmare l'escalation di costi che oramai accompagna il mondo del calcio, e tra le squadre più forti e più spedaccione di proprietà di ultra-milionari che vogliono arrivare molto in alto e nel più breve tempo possibile. In Italia, oramai abituata a vacche magre, l'adeguamento in vista del primo rendiconto fissato per il 2014, è già iniziato ed è stato accolto favorevolmente, a condizione però che la regola porti effetivi benefici ai club per ambire ad armi pari ad importanti traguardi. Altrimenti si rischia oltre a veder nascere campionati paralleli e concorrenti a quelli della UEFA, anche l'impoverimento generale del calcio in termini di spettacolo visto che i campionati diventerebbero appannaggio solo dei soliti noti.