DIRITTI TV, L'appello della B: troviamo un'intesa
Diplomatico lo è sicuramente. Tant'è vero che, all'apertura della due giorni decisiva in Lega calcio sulla spartizione dei diritti tv (oggi alle 16 Consiglio, domani assemblea generale), l'esempio che propone alle società della serie A è esattamente ciò che è accaduto al loro interno. Cioè l'emergere di una capacità di mettersi d'accordo (dimostrata con l'intesa del 30 ottobre) sulla quale nessuno fino a poche ore prima avrebbe scommesso un euro. "L'avete fatto tra di voi, fatelo anche con noi" , dice attraverso Gazzetta.it Giorgio Lugaresi, vicepresidente di Lega con delega alla serie B oltre che presidente del Cesena. E la mano che lui tende non è una qualsiasi: appartiene al portabandiera del deciso "no" pronunciato mercoledì scorso dalle società della B proprio a quell'intesa trovata tra i colleghi della A.
IL METODO E I SOLDI - Su quell'accordo Lugaresi solleva due questioni. La prima di metodo: "La Lega è una sola, è composta da 42 società - osserva -: su una questione così delicata come i diritti tv non si può decidere in 20". La seconda di merito, cioè sui soldi: "Cosa ce ne facciamo di 50 milioni di diritti tv?". Fargli notare che, mettendo assieme tutto, si arriva intorno ai 110 milioni dal 2010 serve a poco: "I conti teorici non bastano più, e in ogni caso la B ha registrato una perdita di 150 milioni nell'ultima stagione".