DIFENDIAMO L'IDEA FORTE DI MONTELLA PERCHÉ I GUFI SONO GIÀ AL LAVORO...
Firenze ha una grande possibilità: accompagnare e difendere l'idea forte di calcio che Montella con coraggio ha proposto a tutta Italia. Soprattutto ora, dopo la labbrata dell'Olimpico. La Fiorentina ci ha provato, ma la Roma è stata più forte e ha finito col passare sopra ai viola con la forza di una tempesta. In quella partita - definita da gran parte della critica la piu' bella delle sedici giornate fin qui disputate - i meriti della Roma sono stati superiori ai demeriti della Fiorentina; al netto dei due errori di Viviano, delle assenze pesanti di Jovetic e Pizarro e di qualche viola al di sotto delle aspettative.
La squadra di Zeman è migliore nella rosa e nella formazione titolare. Perché i soldi non fanno sempre la differenza, ma spesso vanno molto vicino a farla. La Roma negli ultimi due anni ha speso 90 milioni sul mercato. Ha un monte ingaggi di 105 milioni contro i quasi 40 della Fiorentina. I giallorossi hanno un giocatore sontuoso, Totti, terzo marcatore di tutti i tempi in serie A. Fuoriclasse come ormai pochi se ne vedono in giro, non solo in Italia, ma nel mondo.
I viola hanno trovato i giallorossi nel loro miglior periodo di forma: sabato sera Zeman è riuscito a trasferire la propria mentalità aggressiva e offensiva come mai in precedenza era accaduto dall'inizio del campionato. La notizia era che la Roma fosse dietro in classifica alla Fiorentina, non il contrario.
Eppure Montella non ha abiurato l'idea: nonostante la mancanza di Pizarro, ingranaggio di decisiva importanza nello sviluppo del gioco, il tecnico ha chiesto ai suoi di non mutare atteggiamento.
Non si può immaginare un percorso salvo poi cambiarlo all'improvviso solo perché si affronta un avversario più quotato. Un conto è tenere in considerazione le caratteristiche di chi si sfida preservando gli equilibri, un altro è stravolgere un programma tattico. Chi sostiene il contrario o non conosce Montella o non capisce quali siano le regole che determinano la costruzione di una grande squadra. Quando si lavora quotidianamente sulla testa dei giocatori, dotandoli di sicurezza psicologica grazie alla conoscenza dei movimenti da fare sul campo - metodo indispensabile per fabbricare una mentalità vincente - non si può in ragione di una trasferta delicata ribaltare un concetto. Le certezze dei calciatori si alimentano nella continuità della ripetizione dei gesti, non nella discontinuità. Non esiste un solo modello di calcio, ma ogni allenatore e' giusto che porti avanti il proprio, credendoci intensamente, anche perché è lui alla fine a pagare quando il saldo e' negativo.
Sberle come quelle di Roma sono da mettere in preventivo sul cammino di una formazione che deve crescere e anche velocemente. Sono indispensabili anche per trarre indicazioni su chi merita di far parte di questo gruppo e su chi invece è sopravvalutato. È lecito comprendere perché la difesa nelle ultime tre gare abbia incassato otto gol.
Nelle prossime tre partite la società formulerà le opportune conclusioni circa gli interventi da fare sul mercato, ma questa è un'altra storia.
Ora, invece, è determinante che Firenze allarghi le sue grandi braccia e protegga Montella, la sua idea e i protagonisti che la applicano. I gufi, professionisti e dilettanti, sono già al lavoro. Tentano di infilarsi nelle piccole crepe che fatalmente si materializzano dopo sconfitte pesanti. La missione di Montella, indicatagli dal presidente Della Valle, è dimostrare che è possibile tornare in Europa giocando un calcio bello e rischioso. Perché i fiorentini vogliono questo.
La Fiorentina non è pronta per vincere lo scudetto e non è stata costruita per andare in Champions. Anche se le dolci sorprese sono sempre benvenute. I viola hanno un obiettivo: centrare l'Europa League. Roma non ha cancellato questa meta, niente è compromesso, occorre solo rialzarsi e ripartire, senza venir meno a quell'idea sbocciata in una calda sera di inizio estate.
Mario Tenerani
giornalista de Il giornale della Toscana