DE SIERVO, Da febbraio stadi al 50%. Il governo...

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l'A.d. della Lega Serie A Luigi De Siervo ha parlato della situazione legata alla pandemia ed alla riduzione voluta dal governo della capienza degli stadi, adesso ferma a 5mila spettatori per ogni impianto sportivo all'aperto. De Siervo ha commentato così le scelte fatte in queste settimane: "La politica sta dimostrando di non aver a cuore lo sport e quanto sia importante quest'attività per tutti gli italiani. La Serie A doveva essere la locomotiva della rinascita di questo ambito, invece è stata abbandonata ed i danni saranno permanenti. Ricordo che il calcio è una delle 10 principali industrie italiane, seguita da 32 milioni di persone e capace di dare lavoro a più di 300mila addetti. Versiamo ogni anno 1,2 miliardi di contribuzione, non aiutarci è stato un autogol per il sistema".
E sulle opzioni percorribili nel breve termine: " La delibera dell’Assemblea sulla diminuzione della capienza negli stadi riguardava le giornate di gennaio, per cui da febbraio torneremo certamente al 50%, ma, col supporto del sottosegretario Vezzali ci aspettiamo di salire subito dopo al 75 o poi al 100% come già avviene in Inghilterra. Oltre al danno economico l’assenza di pubblico è anche un danno sportivo".
Inoltre, De Siervo azzarda anche una proposta per alleviare la crisi che condiziona il calcio italiano: "Tutti devono fare la loro parte se vogliamo salvare e sostenere il sistema. Ci aspettiamo, quindi, un gesto di responsabilità seria anche da parte dei protagonisti del gioco. In questo mondo calciatori, allenatori e procuratori rappresentano categorie privilegiate che hanno beneficiato del continuo sviluppo del calcio negli ultimi anni e adesso dovrebbero fare qualcosa di concreto per aiutare la sopravvivenza del sistema. Potrebbero rinunciare almeno a un mese dei loro emolumenti. Non possono essere così egoisti, nascondendosi dietro ai contratti firmati prima del Covid, in un'altra epoca. Non possono girarsi dall'altra parte mentre la barca affonda".
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