COMMISSO, 15 GIORNI PER DECIDERE SULLA A. MERCATO? NON VOGLIO CEDERE NESSUNO
Rocco Commisso, presidente della Fiorentina, ha parlato ad ESPN della situazione del calcio italiano alla prova del coronavirus, passando poi alla questione stadio: "Ho aspettato tanto per entrare nel calcio italiano e adesso che ce l'ho fatta è il peggior periodo possibile. Sfortunatamente nessuno sa come finirà tutto questo".
I negoziati per fermare la Serie A come sono andati?
"Qua il sistema è molto diverso dagli U.S. dove c'è un commissioner che prende le decisioni per tutti. In Italia c'è molto rispetto tra club, ci sono decisioni a volte prese velocemente e altre con lentezza ma tutte dopo una discussione in Lega. È stato Joe Barone a portare avanti le trattative e non è stato semplice trovare il modo di muoversi. Qua c'è grande burocrazia, come per esempio per quanto riguarda la costruzione dello stadio per Firenze".
Quando ripartirà il calcio italiano? Qual è la posizione della Fiorentina?
"Il grande punto interrogativo è che non si può sapere cosa succederà dal punto di vista sanitario. Cosa so è che non si partirà a giocare almeno fino al 20 maggio e non è possibile fare 15 partite in un mese e mezzo. Quindi si andrà a luglio, ma è impossibile sapere cosa succederà nei prossimi giorni. Ci potrebbe essere un nuovo decreto che vieterà gli allenamenti ancora a lungo. E abbiamo bisogno di allenarci almeno due o tre settimane prima di giocare. Francamente non penso che nessuno sappia come si svilupperà il tutto. Se non migliorerà in due settimane, penso che non ricominceremo. La prima cosa a cui pensare è a tutte le persone che sono dipendenti della Fiorentina, poi penseremo al calcio".
La questione economica di uno stop?
"Nel calcio abbiamo potenziali guadagni enormi, ma ci sono anche tanti costi. Se non riceviamo i soldi dei biglietti, allora li dobbiamo mettere noi. Se pensiamo al futuro finanziario del calcio ogni club ha differenti risorse finanziarie e la sua visione della cosa. Ci sono molte squadre che stanno ragionando su come recuperare dai guadagni, per esempio attraverso il taglio degli stipendi. Vediamo giorno per giorno qual è la cosa migliore da fare. So che qualcosa sarà fatto, ma non so cosa".
Perché è così difficile prendere una decisione su qualsiasi cosa in Italia?
"In Serie A vent'anni fa c'erano i migliori giocatori e le migliori squadre. E perché? Se guardiamo ai guadagni dei team di vent'anni fa e quelli di oggi vedi che club come Manchester City, Tottenham, Atletico Madrid, PSG e Juventus in dieci anni sono cresciuti del 300-400%. E la differenza è che hanno stadi di proprietà così da avere il controllo di tutte le entrate per sette giorni a settimana. Alla Fiorentina c'erano più guadagni dieci anni fa che oggi. Con numeri così come fai a crescere? Io sono venuto a Firenze per fare investimenti e giochiamo in uno stadio costruito nel '30. Tra un po' ci possiamo fare un museo. Le istituzioni del calcio ci hanno fatto intendere di voler cambiare le leggi per permetterci di investire nelle infrastrutture. Ora vediamo come si sviluppa, ma se non possiamo investire nello stadio non possiamo crescere".
L'arrivo a Firenze?
"Appena arrivato ho detto: 'Chiamatemi Rocco'. Sono partito da lì e poi c'è stata una grande festa all'Artemio Franchi per darmi un caldo benvenuto. Sono cresciuto con il calcio. Ho detto alle persone che non sono qui per prendergli soldi e credo lo abbiano capito. Le limitazioni arrivano solo dai problemi burocratici e dal fatto che voglio spendere bene i miei soldi, come per esempio nello stadio. Io non sarò qui per sempre, la Fiorentina e il suo stadio sì: voglio lasciare il mio segno. Voglio riportare anche un trofeo a Firenze".
I talenti della Fiorentina?
"Il mio sogno è di fare della Fiorentina un posto dove tutti vogliono andare. Chiesa sa quanto lo ami io e i tifosi della Fiorentina. Ho già fatto la promessa l'anno scorso appena arrivato nonostante la promessa con la Juventus. La mia intenzione è di tenerlo a Firenze, spero che sia anche la sua. E credo che con il nuovo tecnico lui abbia molto più entusiasmo e voglia di dimostrare il suo amore. Io voglio tenere lui come tutte le giovani stelle della nostra rosa, da Dragowski a Vlahovic".
La stagione della Fiorentina?
"Quando arrivai dissi una cosa: che dovevamo migliorare la stagione precedente. Come obiettivo personale avrei voluto essere attorno alla decima posizione, poi le cose (con Montella, ndr) le cose sono andate male e abbiamo dovuto cambiare tecnico. A quel punto siamo migliorati e saliti in classifica, quindi sono piuttosto contento. Ma bisogna vedere come finirà la stagione. Il discorso è sempre il solito: datemi tempo per capire e il prossimo anno mi aspetto che la Fiorentina possa combattere per diventare una delle sette sorelle della Serie A".
La raccolta fondi della Fiorentina?
"È diventata la raccolta con più soldi dagli U.S. per l'Italia e questo mi rende orgoglioso. I soldi sono già stati distribuiti agli ospedali per combattere il coronavirus. Qualcuno della squadra ha subito questo virus ed è anche dovuto andare in ospedale, tra cui il medico Pengue che è stato parecchio male. Nessun giocatore ci è andato".