AVV. GALLI, Ecco come ho difeso Borja, Gila e...
Andrea Galli, 45 anni, perugino, è un avvocato specializzato in diritto sportivo e, durante questi anni, ha difeso spesso le cause della Fiorentina. In una intervista al sito Umbria24.it parla infatti delle principali questioni seguite per la società viola. Ecco uno stralcio dell'intervista (con relativa foto).
Parliamo di qualche caso particolare che le è capitato di seguire. Il più avvincente?
«Quello in cui ho difeso la Sampdoria contro Antonio Cassano in una vicenda nota alle cronache (quella del litigio con Garrone che poi portò al passaggio al Milan, ndr), caso contraddistinto da fortissima tensione emotiva, considerata la continua e pressante attenzione di tutti i mass media. Oppure la scorsa estate, in pieno agosto, quando, con un ricorso d’urgenza alla Fifa scritto di notte, sono riuscito a risolvere un problema di una squalifica a Mario Suarez (per l’espulsione in un match di Coppa del Re in Spagna, ndr) in vista della prima di campionato».
Parlando, invece, di riduzione di squalifiche?
«Mi viene in mente il caso di Borja Valero (Parma-Fiorentina del 24 febbraio 2014, ndr) a cui furono comminate quattro giornate di squalifica, una per l’espulsione e tre la spinta all’arbitro. Il ricorso fu improntato nel dimostrare che non si trattò di comportamento “violento” bensì solo “irriguardoso”».
Ha seguito anche casi a livello internazionale?
«Sì, certo, mi interesso anche di normativa Uefa e Fifa. Seguii, ad esempio, il caso della squalifica di Alberto Gilardino per la presunta gomitata alla gola a Toulalan (Lione-Fiorentina del 16 settembre 2009, ndr). Lì il giudice stava per infliggere una squalifica di tre giornate per condotta violenta, ma riuscii a presentare una memoria prima della decisione di primo grado e la sanzione fu di due. Poi, in appello, portai fotogrammi e filmati che dimostravano l’involontarietà dell’intento e ci fu un’ulteriore riduzione a una giornata. In Italia invece dobbiamo basarci esclusivamente su ciò che hanno scritto gli ufficiali di gara, “facendo finta” che la tv non esista. La descrizione del fatto commesso è rimesso totalmente alla discrezionalità dell’arbitro. Per fare un esempio concreto basti pensare al gesto della stretta di mani al collo da parte di Zarate a un avversario avvenuto circa due mesi fa (Murillo nel concitato finale di Fiorentina-Inter, ndr), giudicato come condotta violenta dall’arbitro con conseguente espulsione e irrogazione di tre giornate di squalifica da parte del giudice sportivo; ebbene lo stesso gesto, anche più grave perché ha determinato la caduta del calciatore attinto al collo, è stato posto in essere solo pochi giorni dopo (Perisic su Cuadrado in Inter-Juve, ndr), con la sola irrogazione dell’ammonizione".
Cosa diversa, invece, in ambito Uefa.
"Esatto. L’articolo 38 consente di introdurre a supporto probatorio nel “giudizio di impugnazione internazionale” anche filmati televisivi e fotogrammi. Appunto questo è stato il caso di Gilardino, ma anche della squalifica, che ho impugnato, a cinque giornate di Facundo Roncaglia in Europa League per la gomitata a Embolo del Basilea, ridotte poi a quattro: col supporto delle immagini ho dimostrato, infatti, che il gesto del giocatore squalificato era stato in qualche modo determinato anche da una prolungata azione fallosa dell’avversario che lo aveva strattonato e trattenuto scorrettamente nell’intento di sottrargli la palla".