OCCHI PUNTATI SU..."Fischi di un Dio minore"

"Figli di un Dio minore" è un film del 1986 che vinse addirittura un Oscar. Con questa riflessione l'Oscar lo vogliamo dare al pubblico di Firenze che pur protetto da un Dio minore, mantiene intatto il senso di civiltà che da sempre lo caratterizza
10.09.2007 02:22 di  Stefano Borgi   vedi letture
Fonte: Stefano Borgi
Non vi nego che mentre scorrevano le facce dei giocatori francesi durante l’esecuzione della “Marsigliese”, ho temuto (forse ho sperato) che qualcuno di loro si producesse nel remake di Maradoniana memoria. Un labiale, ancorché leggibile ai più, che recitasse la frase “figli di p…” (ovviamente pronunciato in francese, anche se di francesismo non si tratterebbe), e che riportasse alla memoria la sera dell’8 luglio 1990, quando il “Pibe de Oro” commentò da par suo (ricordiamolo, un esplicito ”Hijos de puta”) i fischi che il “civilissimo” pubblico dell’Olimpico di Roma riservò all’inno argentino prima della finale mondiale contro la Germania.
 
Sull’episodio di San Siro, avvenuto 48 ore fa, sono stati oramai spesi fiumi d’inchiostro e probabilmente se quella frase fosse stata pronunciata, avrebbe messo a tacere i tanti soloni ammuffiti che hanno perso l'ennesima occasione per tacere. Ma così non è stato, e si è aperta quindi, la due giorni dello sdegno e dell’orrore: bla, bla, bla, parole in libertà (ne salviamo qualcuna, Riva, Buffon e pochi altri), ma in generale molta ipocrisia e scarso costrutto. Noi vogliamo provare a leggere e ad interpretare in modo diverso l’accaduto, forse tradendo il nostro essere fiorentini, ma anche difendendo quel barlume di dignità che ci è rimasta. Acclarato che ci uniamo alla vergogna provata ed esprimendo una ferma condanna circa l’accaduto (la Marsigliese ha, fra l’altro, una valenza musicale altissima, che mai e poi mai avrebbe meritato tale disonore), crediamo di poter dire che la miccia sia stata innescata in casa francese. Quel gran signore di Domenech (CT della Francia) infatti, pochi giorni prima del confronto si era prodotto in accuse deliranti al calcio italiano definendolo ladro ed imbroglione, e denunciando addirittura un illecito risalente a molti anni fa. Il carico da 11 poi, lo aveva calato il calciatore Diarrà replicando e rinforzando tali accuse. Le premesse per scatenare un pandemonio c’erano tutte anche perché in una società civile, certe dichiarazioni e/o provocazioni e/o offese gratuite, lesive della dignità di un popolo, avrebbero dovuto produrre pene adeguate. La montagna invece ha, come spesso capita, partorito il topolino di una giornata di squalifica per il CT francese e nessuna conseguenza per Diarrà. Di contro (per la par condicio), a giochi conclusi, ci si aspetterebbe qualche sanzione anche in chiave azzurra per i fischi della vergogna. Provo a buttarla lì; stadio di San Siro chiuso per incontri internazionali piuttosto che per le partite della Nazionale Italiana? (magari per un periodo di 14 anni, e il numero non è casuale e dopo capiremo perché). Squalifiche o penalizzazioni per la Nazionale stessa, incolpevole certo all’atto pratico, ma punibile per responsabilità oggettiva? Sanzioni pecuniarie alla Federazione Italiana, incapace di controllare una pletora di stolti che disconoscono il sacrale valore di un inno nazionale, emblema e vessillo della storia e della tradizione di un'intera nazione?
 
Ci fermiamo qui, ma con qualche sforzo di fantasia si potrebbe fare addirittura di meglio; come, ad esempio, fu fatto, appunto 14 anni fa, il 20 gennaio 1993, quando i fischi del pubblico di Firenze alla nazionale che quella sera incontrava il Messico in amichevole, sancirono (manca l’ufficialità, ma è un dettaglio) la retrocessione in serie B della Fiorentina targata Agroppi – Cecchi Gori. Il resto è storia, la nazionale è tornata a Firenze solo quest’anno e per 14 lunghi anni il pubblico di Firenze è stato definito spesso incivile, “pericoloso” e inadeguato ad accogliere 11 ragazzoni con la maglia azzurra. L’altra sera a Milano erano in 80.000 ed almeno due terzi hanno partecipato a quello scempio ideologico. Non basta; il 7 ottobre scorso, durante Italia – Ucraina (anche quella valevole per le qualificazioni ad euro 2008), ancora il “civilissimo” di cui sopra pubblico di Roma fischiò sonoramente i calciatori italiani, o meglio, quelli non appartenenti alle squadre romane (per un ridicolo calcolo di geopolitica, ricordo fu dato il 10 a De Rossi, ma non bastò). A qualcuno potrà sembrare una forzatura, ma ci sono speranze l’anno prossimo, di vedere Milan, Inter, piuttosto che Roma e Lazio in serie B? Oppure, come succede nelle categorie della vita, dove esistono figli e figliastri, anche nel calcio e sugli spalti esistono “Fischi di un Dio minore"