I RACCONTI DELLA FIESOLE, "Ricordo ancora nei miei incubi gli Skins di quell'Inter..."
"E’ una dura realtà quella che ci ha sempre visto assenti nelle trasferte a sud di Roma. Tranne un paio di volte a Napoli e la parentesi di coppa Uefa del 90 con la finale di Avellino, il resto sono state, e soprattutto sono, comparsate ridicole di una trentina di sfigati tra Viesseux, 7 Bello e clubs inutili che tutto sembrano tranne ultras. Anche riprendendo vecchie foto dei nostri anni d’oro, a Lecce o Bari sembriamo niente più di un manipolo di brufolosi tifosi da pallacanestro. E meno male che ancora oggi troviamo persone degne di grande rispetto che ci trattano in guanti bianchi (vedi Palermo un paio di anni fa) altrimenti non potremmo nemmeno raccontarle tali trasfertone. Io dico, ma se sei in tre tifosotti non presentarti a fare il duro. O forse c’è qualcuno che lucra sull’organizzazione di aerei e cazzi vari?! D’altra parte vorrei sapere una volta per tutte dove vanno a finire i lauti proventi delle vendite del materiale da parte del Cav ed affini visto che in Fiesole di coreografie non se ne vedono da secoli. Almeno negli anni 70-80 i vecchi chiedevano alle persone comuni l’obolo-fumogeni per poi farsi le pere, non per rinnovare il negozio o comprarsi il fuoristrada.
Ma torniamo a noi e lasciamo perdere chi è stato costretto ad aprire una partita-iva per continuare a fingersi tifoso. A dire il vero anche io non ho mai trovato grossi stimoli nelle tifoserie del sud. Fino a metà anni 90 erano troppo indietro come mentalità; in una loro curva, accanto al capo-tifoso dal nome di battaglia improbabile, potevi trovare un 60 enne vestito di tutto punto a fianco di un dodicenne pedicelloso sommerso da sciarpe della propria squadra. Ora sono invece troppo avanti, nel senso che, giungendo venti anni dopo, estremizzano in maniera grottesca le caratteristiche del mondo ultras originario fino a farle diventare tic caricaturali. E’ anche vero che, da sempre, sono poi curve piene di tifosi delle grandi squadre e questa è una cosa che mi fa imbestialire. Insomma, tranne alcune eccezioni, non mi hanno mai entusiasmato. Chi invece ricordo ancora nei miei incubi notturni sono gli Skins di quell’Inter che affronteremo mercoledì sera in casa. Partita di Coppa Italia sul neutro di Piacenza, mi sembra nell’inverno 89. Siamo in pochissimi da Firenze. I tifosi del Piacenza si alleano con noi memori di uno spareggio promozione Vicenza-Piacenza di un paio di anni prima in terra toscana nel quale avevamo insieme provato inutilmente a caricare i molti, e tosti, vicentini. A fine partita gli interisti si affacciano sotto la nostra curva poco amichevolmente; usciamo e respingiamo quelli che sembrano solo pochi ragazzetti invasati; facciamo per tornare a piedi alla stazione quando da dietro un angolo sentiamo marciare ritmicamente una sessantina di enormi teste rasate. Se non fosse stato per un cellulare che ci scortò fino al treno probabilmente quella sera non l’avremmo raccontata. Un gruppo di stampo para-militare veramente organizzato quello degli interisti. Io, come detto, sono uno spontaneista ma devo ammettere che in certi casi l’essere inquadrati con compiti precisi e ranghi serrati può fare ancora la differenza. "
La foto è tratta dal sito fototifoviola.tifonet.it