Spieghiamo subito il titolo. Su 13 edizioni dell'Europeo la Germania si è qualificata SETTE volte per la finalissima vincendo in tre occasioni e domenica proverà a vincere la quarta. “Nel calcio si gioca 11 contro 11 ma alla fine…vince sempre la Germania”. Siamo in piena estate, (del resto basta uscire di casa per accorgersene), e come in tutte le estati che si rispettino vige la regola del “tormentone”. Un motivo musicale, un ritmo ballabile (meglio se latino e meglio se da spiaggia), una colonna sonora, oppure una frase, ripetuta fino alla noia, sullo stile del mai dimenticato “Drive in”.
Ecco, noi ci adeguiamo a quest’ultima e riproponiamo l’aforisma di Gary Lineker (anche lui indimenticato centravanti inglese di fine anni 90’) che soleva ripetere la nostra massima citata nell'incipit, omaggiando in questo modo il carattere e la costanza di rendimento propria dei teutonici. Non ripeteremo il conto della serva (già pubblicato su FV) su quante volte i tedeschi sono arrivati nelle prime quattro in mondiali ed europei. Bastano i numeri che abbiamo dato in apertura, sbalorditivi, sconvolgenti. Balzano anche agli occhi due considerazioni: la prima è che, ironia della sorte, una delle rare volte in cui i tedeschi hanno mancato l’appuntamento finale è stato nel 1988, nell’ultimo europeo disputato in casa, battuti da quell’Olanda che vincerà la manifestazione in finale sull’Unione sovietica per 2-0. Erano i tulipani di Van Basten, Gullit e Rijkaard e proprio da loro furono battuti in semifinale. La seconda è che, a conferma della forza della loro tradizione, i tedeschi sono gli unici (con la Francia di Zidane nel 98’ e 2000) ad aver compiuto il “double” (vittorie consecutive di Mondiale ed Europeo) e questo accadde nel 72’ (Europeo vinto in Belgio) e 74’ (Mondiale vinto in casa). Al Sant Jakob di Basilea si è vista la solita Germania, solida, che non molla mai, mix ideale fra tecnica, carattere e fisicità. Già due anni fa fece intravedere buone potenzialità ma era nel bel mezzo di un ricambio generazionale ed in semifinale si imbatté nel classico “Miracolo italiano”. Adesso, con due anni di più, gente come Lahm, Podolski, Ballack (comunque sul viale del tramonto, come Lehmann), Klose…hanno acquisito la giusta maturità, ed i risultati si stanno vedendo.
Due parole sulla Turchia di Fatih Terim. Stavolta il miracolo non è riuscito, o meglio…è riuscito a metà poiché il gol del 2-2 era arrivato (more solito) nei minuti finali ma la Germania ha saputo fare di meglio e al 90’ (nel bel mezzo della “Zona Terim”), Lahm ha inferto il colpo finale all’Imperatore. Serata storta per Fatih. A Firenze il tifo era tutto per lui e, ne siamo certi, non eravamo gli unici. La sua personalità, il suo approccio sempre cordiale ma allo stesso tempo deciso, degno di un vero condottiero gli ha attirato simpatie un po’ ovunque. Se aggiungete le condizioni di assoluta emergenza nella quali è stato costretto a mettere in campo la squadra (solo 14 disponibili tra infortuni e squalifiche, con il terzo portiere pronto ad entrare come centravanti…), beh, il gioco è fatto. Ma il calcio, che spesso è illogico, mantiene anche una sua logica e stasera la Germania si è mostrata più forte nonostante la Turchia abbia probabilmente disputato la miglior partita del suo torneo. L’immagine più emblematica rimane il colpo fortuito ricevuto sul naso dall’Imperatore al momento del 2-2 di Senturk. No Fatih, non era proprio serata. Eppoi il calcio è impietoso. La nemesi è sempre in agguato e per una volta la Turchia è stata ripagata con la stessa moneta con la quale aveva liquidato le altre squadre (Svizzera, Cecoslovacchia e Croazia). Gol (subito) nei minuti di recupero, e tutti a casa. Adesso la Germania di Lowe si metterà alla finestra e guarderà con malcelato distacco un interessantissimo Spagna – Russia. Sono proprio questi ultimi la novità più intrigante del torneo. Arshavin, Zhirkov, Zyrianov, Pavlyuchenko…sono loro il nuovo che avanza, e c’è grande curiosità per rivederli all’opera, dopo la sbalorditiva prova di forza, tecnica e velocità offerta nei quarti contro l’Olanda. Però che qualcuno li avverta, perché come diceva Gary Lineker: “…alla fine vince sempre la Germania”.