VENTURA A FV, VIOLA NON SUBENTRI LA PAURA: ADESSO SERVE RITROVARE SERENITÀ

14.12.2020 13:30 di  Alessio Del Lungo   vedi letture
VENTURA A FV, VIOLA NON SUBENTRI LA PAURA: ADESSO SERVE RITROVARE SERENITÀ
FirenzeViola.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

La sconfitta di ieri per 3-0 contro l'Atalanta ha peggiorato ulteriormente la situazione di classifica della Fiorentina che adesso ha solamente 3 punti di vantaggio sul Torino 18°. Per analizzare i temi di giornata tra cui la scelta del ritiro, FirenzeViola.it ha contattato, in esclusiva, Gian Piero Ventura, ex ct dell'Italia ed ex allenatore tra tante del Torino.

Come valuta la prestazione dei viola a Bergamo?
"In questo momento c'è una diversità tra le due squadre e non è neanche corretto dare un giudizio sulla partita specifica. Credo che la Fiorentina stia attraversando un momento difficile e deve mettere in preventivo che quando incontra sulla carta le squadre più forti ci sta di perdere. Non dovrebbe succedere la sconfitta con il Benevento, il pareggio con il Genoa. Sono partite che in un'annata così rischiano di inficiare una stagione. Ieri da una parte c'era la serenità dell'Atalanta, dall'altra la paura dei viola".

Il lavoro di Prandelli non è per niente semplice. L'ha convinta la scelta di puntare su di lui?
"Non mi permetto di dare giudizi, ma in questo momento più che l'aspetto tecnico tattico diventa prioritario l'aspetto mentale e psicologico per Prandelli. C'è il rischio che subentri l'ansia o la paura di sbagliare e sarebbe un problema enorme. Il Milan ha rimontato perché sereno e convinto di quello che fa, altrimenti non ci sarebbe riuscito. Credo che l'aspetto più importante sia quello di ridare serenità. Il campionato è strano ed il tempo per riprendersi c'è".

Mandare la squadra in ritiro era la cosa giusta da fare?
"Il ritiro a volte può servire, altre meno. Le squadre che sono in difficoltà sono tutte in ritiro come il Torino, il Bologna. Si pensa che lo stare insieme possa produrre risultati, ma deve esserci la voglia e la felicità di stare in gruppo".

Ribery è in calo. Quali sono le motivazioni secondo lei?
"E' difficile poterlo dire da fuori. Tutta la squadra vive un momento difficile, i numeri non sono positivi. Bisogna capire che cosa serve per risollevare la squadra e il miglior Ribery farebbe sicuramente molto comodo. E' stato allontanato Iachini che aveva Chiesa, ora non c'è nemmeno più lui. Serve serenità ripeto, diventa tutto più difficile senza. Il calcio è fatto di chiacchiere o calcio giocato, serve lavoro in campo per uscire da queste situazioni".

In attacco si fa difficoltà a segnare con Vlahovic, mentre Cutrone ha avuto poco spazio per imporsi.
"Vlahovic è un centravanti di grandissima prospettiva, ma anche lui nonostante l'impegno si vede che sta vivendo un periodo complicato. Già ha dimostrato di esserlo, ma potenzialmente può dare molto di più. Cutrone fa parte della rosa e potrebbe essere una risorsa, ma gli è stato concesso troppo poco spazio per poter giudicare".

Lei ha avuto invece Barreca da giovanissimo al Torino. E' un giocatore che le piace?
"Aveva 18 anni quando era con me ed è passato molto tempo. Ha avuto diverse possibilità, in una difesa a 5 è più portato che in una a 4 a mio avviso. Ha fatto una carriera buona giocando con Monaco, Genoa... Probabilmente però non ha ancora sfruttato a pieno le capacità che ha".