RIPA A FV, QUANTE IMPRESE CONTRO LA JUVE. SERVE...

06.02.2018 14:10 di  Luciana Magistrato   vedi letture
RIPA A FV, QUANTE IMPRESE CONTRO LA JUVE. SERVE...
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

L'ex team manager viola Roberto Ripa, ora agente di calciatori, ha vissuto tante sfide tra la Fiorentina e la Juventus e in esclusiva a Firenzeviola.it racconta le emozioni più forti: "Il ricordo più bello è sicuramente il 4-2 dopo un primo tempo in cui eravamo sotto pesantemente e non solo come risultato che era due a zero per loro. Nella ripresa ci fu una palla gol di Marchisio che Neto parò miracolosamente, se fosse netrato quel pallone sarebbe stato davvero difficile rimontare, invece due lampi di Pepito ci hanno fatto riprendere la Juve e ricordo che già al secondo lo stadio è esploso poi con il gol di Joaquin abbiamo avuto la sensazione che il sogno di battere in quel modo eclatante la Juve si stesse realizzando. Ma fu solo con il passaggio di Cuadrado per Pepito e il 4-2 che tutti noi esultammo perché capimmo che ormai era fatta, perché sul 3-2 poteva ancora succedere di tutto. Quella partita è un ricordo indelebile non solo nella mia mente ma in quella di tutti i fiorentini" 

Come reagì nei vostri confronti la città?
"Sentiva di aver condiviso con noi un momento straordinario. Un risultato eclatante per come è arrivato, in quel modo eccezionale è da considerare un evento particolare e la città ha avuto risposta bella nei nostri confronti".

Chi segna alla Juve diventa una specie di eroe?
"Certo diventa un beniamino, anche se nel caso di Rossi non ne aveva bisogno perché era già un giocatore importante ed affermato. Ma il suo primo tiro improvviso e poi la tripletta rimangono certo impressi nella mente dei tifosi. Certo è diventato un beniamino anche Papa Waigo che ha una storia personale diversa, ma anche in quel caso il suo gol contribuì, a Torino, ad una vittoria storica, perché quando Prandelli lo fece entrare dicemmo a tutti di crederci e riuscimmo a ribaltare il risultato. Il destino della Fiorentina nelle partite con la Juve è un po' quello, di dover ribaltare risultati e pronostici. Ricordo che in quell'occasione a Torino, non ricordo se Donadel o un altro doveva andare a Sky per le interviste a bordo campo ma eravamo tutti a festeggiare sotto lo spicchio in cui erano i nostri tifosi e chiedemmo di aspettare ancora per farci vivere quel momento tutti insieme".

Serve sempre l'impresa viola dunque, quest'anno a maggior ragione?
"La Juve ha vinto sei campionati ma, indipendentemente dagli scudetti, è una di quelle squadre sempre attrezzate in maniera diversa rispetto alla Fiorentina perciò per vincere con i bianconeri ci vogliono tante componenti. Bisogna innanzitutto crederci, serve la forza di gruppo, la fortuna, la forza individuale per cercare di vincere i duelli individuali o l'intuizione per fare gol. Anche lo scorso anno in fondo la Fiorentina ha vinto con una serie di componenti, molti giocatori hanno già vissuto questo tipo di duello. I giocatori nuovi? Vecchi o nuovi, chi gioca a Firenze si capisce subito cosa rappresenta questa partita"

Il ricordo più brutto?
"La pesante sconfitta con Delio Rossi in panchina, nel 2012, fu una debacle. Cerci fu espulso e quell'episodio ha condizionato tutta la partita e siccome era un momento un po' difficile anche per la classifica, un risultato così pesante fece precipitare il tutto".

I tifosi hanno annunciato di non fare coreografie, peserà?
"Non ci saranno coreografie ma è pur sempre la partita contro la Juve, e sono sicuro che il tifo ci sarà comunque. Il pubblico del Franchi dà un apporto sempre importante per non dire fondamentale, perché il calcio in fondo è una condivisione tra squadra, città e ambiente.