RESP. SANITARIO E NUTRIZIONISTA ACF SPIEGANO IL METODO FIORENTINA: "DA SUPERQUARK"

10.08.2022 00:00 di  Giacomo A. Galassi  Twitter:    vedi letture
RESP. SANITARIO E NUTRIZIONISTA ACF SPIEGANO IL METODO FIORENTINA: "DA SUPERQUARK"

Un percorso iniziato 6 anni fa che oggi ha portato la Fiorentina ad essere studiata perfino da Superquark, la celebre trasmissione che proprio in una delle sue ultime puntate racconterà e spiegherà i dati delle ultime sei stagioni viola, che hanno portato al record di 97% di disponibilità da parte dei giocatori di Vincenzo Italiano nel 2021/22.

"Quando siamo partiti chiaramente era un po' un salto nel buio" - racconta ai nostri microfoni il responsabile sanitario del club Luca Pengue - però oggi ci presentiamo con numeri incredibili alle spalle, con una riduzione globale di infortuni adesso rispetto a sei anni fa che si aggira intorno al 185, 187 per cento in meno. Già questo fa una grande differenza, i calciatori tra di loro parlano e quando arrivano qui sanno già cosa aspettarsi".

Ma qual è l'idea dietro il "metodo Fiorentina"?
"Siamo partiti proprio da un'idea, decidendo di abbandonare tutto ciò che era fondato sulle esperienze personali e individuali di ciascuno di noi ma concentrandoci sullo studio e sulle pubblicazioni internazionali. Non lavoriamo in maniera scorporata, integriamo tutte le figure a nostra disposizione: il medico lavora con il nutrizionista, con lo chef e con tutte le grandi professionalità che ci sono nel nostro staff". 

E quali strumenti utilizzate?
"Se venite oggi nelle nostre stanze della fisioterapia troverete strumenti un po' particolari: dinamometri per le misurazioni oggettive della forza, algometri per la valutazione del dolore, goniometri per la valutazione degli angoli delle articolazioni oppure test salivari che ci consentono di valutare ormoni fondamentali in questo tipo di attività, in tempo reale, cerotti per lo studio del sodio all'interno del sudore per quantificare esattamente e la parte di idratazione. Tutti strumenti che ci servono a raccogliere dati per farci un'idea di come stanno i giocatori, ma soprattutto di quali sono i rischi che corrono".

In questo ha un ruolo importante anche la società dietro di voi...
"La nostra fortuna è avere una società che che ci spinge e ci appoggia dandoci anche credibilità nei confronti dei calciatori ed allenatore, oltre agli staff tecnici. La vera rivoluzione è stata cambiare il punto di vista, uscire dell'empirismo ed entrare in una forma di scientificità, calando un po' di scienza all'interno del mondo dello sport".

A questo punto interviene Cristian Petri, nutrizionista della Fiorentina: "Il nostro principale obiettivo è quello di educare il più possibile il giocatore nel rispetto del proprio corpo. Come comportarsi prima di un evento, durante l'evento e dopo un evento. La maggior soddisfazione è vedere anche ragazzi cresciuti qua che hanno capito l'importanza di determinati concetti. Cerchiamo di dare spazio a tutte le esigenze, grazie ovviamente anche alla cucina e allo chef Duccio. La parte dell'alimentazione cerchiamo di organizzarla sempre sotto forma di evidenze scientifiche e l'alimentazione è la parte principale, la parte di supplementazione è marginale. Anche se dico sempre ai giocatori di guardare sul dizionario il termine "integrare": integrare significa recuperare ciò che è stato perso. Soprattutto acqua".

Ma come si fa a capire prima quando un giocatore è a rischio infortunio? Risponde Pengue. 
"I segnali arrivano da un po' tutti gli organi. Monitoriamo costantemente la frequenza cardiaca perché è un primo indice di  mancato recupero. Ci sono dei test salivari che ci consentono di verificare determinati parametri che se superano la media di un calciatore ci permettono di capire che siamo fuori range di idratazione. Controllare la qualità e la quantità delle urine è fondamentale perché ci permette di capire se hanno reidratato nella maniera corretta. Un muscolo senza acqua dentro non va, e prima o poi è destinato a rompersi, c'è poco da fare. Ci sono poi dei parametri individuali che raccogliamo banalmente chiedendo ad un ragazzo quanto ha impattato l'allenamento o come si è sentito quando si è svegliato".

Come si fa a prevenire un infortunio? "Sulla parte traumatica c'è poco da prevenire. Un infortunio come quello per esempio che è occorso a Gaetano (Castrovilli, ndr) l'anno scorso è imprevedibile, ci ha veramente colpito tutti per la gravità e per la tipologia di infortunio. Diamo dei compiti a casa, quello aiuta molto. E devo dire che anche quello che abbiamo trovato quest'anno ad inizio ritiro ci ha mostrato che i compiti a casa i giocatori li hanno fatti, li abbiamo trovati tutti in grandi condizioni".

Conclude Petri spiegando i metodi di gestione dal punto di vista nutrizionale: "Ogni settimana cerchiamo di variare le proposte, così che il calciatore non si annoi. Proponiamo sempre due primi e due secondi, variandone uno, in più cerchiamo di riproporre un dolce tipico della zona ovviamente rivisto. Il giorno dopo c'è un protocollo che prevede tante parti, una delle quali è il cestino post-gara che variamo sempre. Se ci sono esigenze particolari le rispettiamo".

Ma ci sono dei cibi più difficili da inserire nelle diete dei calciatori? "Noi non vietiamo niente. Il nostro compito è quello di dosare le proposte in maniera intelligente i cibi, soddisfando le loro richieste. È chiaro che se nel cestino abbiamo la pizza possono bere anche la birra. L'importante è non bere 10 birre. Non c'è niente di imposto, solo regolato. Bisognerebbe abituare i calciatori fin da piccoli ad essere pronti a cibi che gli fanno bene.

"Ci siamo ingegnati nel corso di questi anni a creare prodotti difficili da trovare sul mercato - aggiunge Pengue. Penso al gelato proteico sullo stecco oppure la linea di cioccolato spalmabile proteico per sostituire la la famosa crema o la gelatina da dare durante la gara come supplemento di maltodestrine". 

Obiettivo per la prossima stagione?
"Che questi ragazzi stiano bene. Quando la società fa un grande acquisto noi non andiamo a vedere i video dei gol, ma quanto tempo sono stati indisponibili. E molti di loro hanno uno storico omogeneo: chi ogni anno sta fuori 2-3 mesi. Vedere chi, come Nico Gonzalez, arriva da uno storico con degli infortuni e poi è disponibile praticamente tutta la stagione per l'allenatore e per noi è un grande risultato. Perché il ragazzo può esprimere tutte le sue qualità e non essere penalizzato dagli infortuni".