PASQUAL A FV, Quel 4-2 ricordo storico. Iachini...
A 7 anni da quel pomeriggio indimenticabile, proviamo a rivivere i ricordi del 4-2 in rimonta sulla Juventus con l'aiuto di uno dei protagonisti di quella partita, Manuel Pasqual. L'ex-capitano viola ha parlato in esclusiva a FirenzeViola.it di quella giornata entrata nella storia recente del club gigliato, per poi esprimersi sul momento delicato della sua vecchia squadra:
Son passati 7 anni da quel Fiorentina-Juve, uno dei più speciali per lei immagino: cosa ricorda di quel giorno? Aveva sensazioni diverse rispetto alle altre partite contro i bianconeri?
"Fiorentina-Juve, soprattutto quando si gioca in un Franchi del genere, non è una partita come le altre. Solitamente sfidi una squadra di campioni, poi per la città è la partita. Nella settimana della partita, quando cammini per strada, qualunque tifoso ti lancia un segnale. Per tutta la settimana si respira la rivalità. Ci pensa l’ambiente a ricordartela. A volte poi se anche un compagno si mette a caricare l’ambiente si rischia che ci sia troppa pressione. Quell’anno avevamo una squadra molto forte però, c’era la sensazione di poter fare qualcosa di bello"
Sul 2-0 per la Juve cosa le è passato in mente?
"Quando la partita si mette così, sotto di due in casa contro uno squadrone, sul 2-0 la prima idea è stata sperare di non finire come qualche anno prima, quando abbiamo perso 5-0. Con un passivo così pesante saremmo usciti con le ossa rotte, ancora di più per il fatto di subirlo nuovamente in casa con la Juve. Bastava però un episodio si capiva. Ed e’ successo col rigore del 2-1 . Da lì è scattato qualcosa di magico."
La svolta è stata all’intervallo: Montella vi ha fatto qualche discorso particolare?
"Non ci sono stati grandi discorsi del mister, ricordo che c’era tanta adrenalina e tensione negli spogliatoi. C’erano però anche tutte le componenti per fare un secondo tempo ottimo."
Quei venti-trenta minuti del secondo tempo sono stati davvero difficili da spiegare, una congiunzione di fattori (stadio, rivalità, un Rossi in stato di grazia). Quale pensa abbia inciso di più?
"Tutto l’insieme di cose ci ha spinto a fare quel secondo tempo. Per capirlo quella basta vedere l’azione del coast to coast di Cuadrado e l’appoggio a Joaquin, il pubblico sembrava spingerli. Tutti hanno dato tanto. Ne è uscito fuori un risultato indimenticabile."
Con la maglia della Fiorentina ha vissuto forse le ultime grandi partite di questa squadra. Quella del 2013 dove va collocata in una ideale classifica delle più belle partite giocate con la maglia viola?
"Secondo me una tra le più belle. Molti mi hanno chiesto di fare una classifica delle partite piu’ belle della Fiorentina. è un esercizio difficile perché ogni ricordo è a sé. Ti dico sicuramente la vittoria ad Anfield perché la competizione ( la Champions) era qualcosa di speciale, poi nominerei anche l’altra serata di Liverpool, quella a Goodison Park conclusa con la vittoria ai rigori con l’Everton, e insieme a queste sicuramente c’è anche il 4-2 di 7 anni fa. Ho avuto anche tante delusioni con questa maglia, una delle piu’ cocenti e’ stata sicuramente l’eliminazione dall’Europa League contro la Juve per quella punizione di Pirlo…"
Tralasciando le individualità che aveva quella Fiorentina, cosa dovrebbe “rubare” la squadra di ora da quella vostra?
"I risultati che otteneva quella squadra facevano si che ci fosse molto più entusiasmo nell’ambiente. Il risultato conta e questa è la prima cosa che manca oggi. Poi, per come era costruita, era una squadra totalmente diversa, con un progetto tecnico-tattico diverso. A quella di oggi manca un po’ di entusiasmo, anche questa ha delle individualità interessanti . Quell’anno, nel 2013 si stava creando uno zoccolo duro, 5-6 giocatori che facevano da traino e che sarebbero stati la colonna della Fiorentina negli anni a seguire. La sensazione, vedendo anche la rimonta subita a Cesena, è che questa colonna adesso manchi. Mi auguro che anche la squadra di Iachini possa trovare uno zoccolo duro su cui fare affidamento, gente di personalità che spinge in allenamento e motiva i compagni."
Una domanda sulla stretta attualità: ha lavorato con Iachini a Empoli. Pensa che sia ancora l’uomo giusto per la Fiorentina o che le strade tra lui e la viola si dovrebbero separare?
"C’è la possibilità di ripartite con lui. Anche anno scorso, quando arrivò sulla panchina della Fiorentina, iniziò male, poi si è ripreso. Lui deve però fare Iachini, non deve snaturarsi come allenatore."
Sempre sull’attualità: un parere sulla nuova proprietà Commisso?
"Da quando è arrivato Commisso ha creato grande entusiasmo, una mini-rivoluzione. Dimostra di avere idee chiare: guardate il centro sportivo, o il tema stadio. Dall’ultima intervista sembra sempre più deciso su questo punto. Il fatto che lui voglia investire e portare lavoro e competitività è una bella cosa per la città."
E sulla cessione di Chiesa?
"Da quanto ho intuito io da fuori, c’era la volontà del ragazzo di andare via a tutti i costi. Molte volte vengono criticate le società quando tengono un giocatore contro voglia. Loro hanno capito che sarebbe potuto essere un errore e l’hanno dato via. È giusto l’abbiano venduto nell’ultima finestra di mercato, anche anno scorso il ragazzo sarebbe voluto andare ma come tempismo non era maturo darlo via quando e’ arrivato Commisso, hanno avuto un anno per confrontarsi e decidere."