MARCO MASINI A RFV: "JOVIC LO VEDO DIETRO LA PUNTA. VA RITROVATO IL CLIMA GIUSTO"

21.10.2022 16:00 di Redazione FV Twitter:    vedi letture
MARCO MASINI A RFV: "JOVIC LO VEDO DIETRO LA PUNTA. VA RITROVATO IL CLIMA GIUSTO"

Marco Masini, famoso cantante e tifoso della Fiorentina, è stato ospite negli studi di Radio FirenzeViola durante ‘Palla al Centro’. Questa una parte delle sue dichiarazioni, a cominciare dalla sua fede viola: “Quando cresci vedi le cose in modo diverso. La Fiorentina mi riporta a mio padre, ad Antognoni e alla mia adolescenza. Crescendo inizi a vedere le prospettive in modo diverso. È cambiata la squadra ma anche più società”. 

Sulla stagione della Fiorentina: “Siamo un po’ in ritardo. Poi ciò che esiste oggi domani potrebbe migliorare o peggiorare. Fatto sta che da quando ero a Moena non mi aspettavo una partenza così al rilento. Soprattutto non mi aspettavo un attacco sterile così, pensavo ad un reparto che dagli sterni e dalla punta fornisse più gol. Poi è spuntato Kouame, non ricordavo neanche fosse nostro. Questo vuol dire che nella vita è tutto relativo”. 

Sul calcio e il possesso palla della Fiorentina: “Sarebbe bello poter andare in giro che giochiamo il miglior calcio o che abbiamo battuto l’Inter o il Milan. Il problema è quando vedi squadre più piccole, come il Lecce, che giocano un calcio migliore di te. Questo è un problema che nessuno di noi può analizzare con obiettività perché ci sono più fattori. Non ho la più pallida idea di cosa sia successo, ma sicuramente le aspettative erano altre”. 

Che problemi ha questa squadra? 
“Si può analizzare guardando i nomi: l’anno scorso c’erano Vlahovic e Torriera e ora non ci sono più. Ma la forza era il gruppo, perché trovare i sostituti è giusto ma non è detto che le cose funzionino allo stesso modo. Soprattutto non è detto che i sostituti si integrino bene. Quindi può essere che togliendo un elemento che dava un certo tipo di corrente a questo gruppo, in questo caso due, qualcosa sia cambiato non solo a livello tecnico, ma anche di ambiente. Poi, che Torreira e Vlahovic siano due grandi giocatori lo sappiamo”. 

È difficile rappresentare Firenze e la Fiorentina? 
“Io non difendo i colori viola, o meglio: li difendo ma solo perché sono tifoso. Credo non abbia alcun tipo di peso nei confronti della società. Invece sono orgoglioso di essere fiorentino, mi ha sempre regalato tanto affetto. Altre città a cui sono legatissimo sono Milano e Roma. Anche Torino, sponda granata ovviamente... (ride, ndr)”. Penso solamente a godermi la mia città e i fiorentini, che ho sempre amato fin da piccolo”. 

Oggi non ci sarà la conferenza stampa di Italiano, non sarebbe meglio compattare l’ambiente invece che distaccarsi?  
“Io sono sempre per il dialogo. Se è lucido ed obiettivo porta sempre a risultati. Il problema spesso è anche dialogare con noi stessi. Quindi io sono dell’idea che il dialogo sia alla base di ogni vittoria. Poi è chiaro che quando perdi avviene lontananza, serve trovare il modo per tornare a vincere”. 

E come si fa a tornare a vincere? 
“Giocando col 4-3-3 devi avere un bravo regista e degli esterni forti. La squadra va fatta come vuole l’allenatore. Credo sostanzialmente che se il 4-3-3 è il modulo che vuole usare Italiano servono giocatori adatti a quel modulo”. 

Italiano ce li ha secondo lei? 
“Direi innanzitutto che Mandragora non è un sostituto di Torreira. Le sue migliori risposte le abbiamo avute da mezzala. Quello che mi meraviglia è l’interpretazione del ruolo di Barak, lo vedo molto distante da quello che era. Ero contentissimo quando lo abbiamo preso, adesso mi sembra sia sempre relegato a fare il compitino. Poi arrivano pochi cross, se gli esterni ne garantissero di più anche Cabral ne beneficerebbe. Kouame sta funzionando perché è l’unico che crea superiorità numerica, fa assist e ha facilità di corsa. Cosa che invece Cabral non ha, mentre Jovic lo vedo più dietro la punta, davanti non ce lo vedo. Kouame invece adesso è il più pericoloso, forse anche più di Sottil che purtroppo è fuori”.  

Qual è il problema a livello tattico? 
“Dal momento in cui i terzini poche volte si sovrappongono, nonostante Dodò debba adattarsi e sia un bel giocatore, forse servirebbe far sì che questi possano avere maggior libertà, senza dover per forza difendere quando attaccano. Davanti invece va trovato qualcuno che porti il coraggio giusto e metta difficoltà al proprio cliente, e l’unico che al momento è preparato a farlo è proprio Kouame”. 

Prosegue: “Nelle partite come con la Lazio, se non segni due gol nei primi 10 minuti perdi. La cosa che invece abbiamo fatto a Lecce è il contrario: siamo partiti da attendisti, loro invece correvano e a forza di attaccare ci hanno segnato. Poi abbiamo dovuto rincorrere e abbiamo rimediato. Ma la strategia la decidi prima della partita, alla rifinitura finale. Credo che questa squadra abbia dei giocatori, a parte Jovic e Cabral che non hai visto bene e quindi non mi esprimo, singolarmente bravi. Quello che a mio parere è importante è formare una squadra con un carico di cose che possa portare qualcosa al gruppo stesso: riformare quel clima meraviglioso che l’anno scorso ci ha permesso di fare un campionato del genere”. 

Cosa ne pensa di Ikoné? 
“Devo capire a cosa sia adatto Ikone. Andrebbe visto sempre, non una partita sì quattro no. Altrimenti diventa difficile giudicare, non puoi né bocciarlo né promuoverlo. Valutare un giocatore così non è semplice”. 

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