FIORENTINA, PAUSA DI RIFLESSIONE. Finito il "ciclo di ferro" è tempo di primi bilanci
Sette partite di campionato e due di Coppa sono forse un po' troppo poche per poter fare un primo bilancio, ma, se si guarda al di là del puro fatto numerico ,appare chiaro che il periodo che si è appena chiuso fornisce indicazioni ben precise. Lasciamo stare quindi il quarto posto in classifica -che se fossimo a fine campionato vorrebbe dire Champions League- e guardiamo un po' più nel dettaglio il cammino dei Viola. La Fiorentina ha disputato quattro gare tra le mura amiche e tre in trasferta e, fatto clamoroso -ed insolito anche per la Viola targata Prandelli-, ha ottenuto più punti lontano dal Franchi che a Firenze. E' pure vero che due dei quattro incontri casalinghi hanno visto la compagine gigliata affrontare le due squadre che attualmente occupano il secondo posto in classifica, e cioè Roma e Juventus, ma è altrettanto vero che dei tre incontri casalinghi il primo era sul comunque difficile campo del Milan -e poteva concludersi anche con una clamorosa vittoria- e l'ultimo su un campo tradizionalmente ostico come quello di Livorno. Andando ancor più nel dettaglio, dei quattro incontri casalinghi quello in cui la Fiorentina ha veramente sofferto è stato quello contro la Roma, mentre per quanto riguarda le gare contro Atalanta e Juventus la Fiorentina può a buon diritto recriminare contro arbitraggi, sfortuna e occasioni da rete sprecate. Da tutto ciò emerge un primo dato assai confortante; nonostante l'età media della squadra sia ulteriormente calata, la Fiorentina appare fortemente cresciuta in personalità, tanto da aver sconfitto l'annoso "mal di trasferta".
Un secondo dato confortante è quello che vede i Viola non solo imbattuti in campionato (primato condiviso con l'Inter) e in Coppa (primato assoluto in Italia) ma soprattutto usciti indenni dalle sfide che l'hanno vista affrontare già 3 delle 4 "grandi" del campionato. Altri dati confortanti riguardano Cesare Prandelli: Settembre è stato da sempre il suo "mese nero": tabù sfatato; le sue squadre hanno sempre sofferto quando si sono trovate ad affrontare incontri ravvicinati: rimedio trovato. L'unica nota dolente riguarda la capacità realizzativa: a parte la gara di Livorno i Viola non sembrano più quella macchina da goal delle due precedenti stagioni; in questo senso la partita interna pareggiata con l'Atalanta è quella che suscita più rimpianti e che fa aleggiare, più di ogni altra, il fantasma di Luca Toni. Infine il capitlo UEFA: la doppia sfida col Groningen ammette la Fiorentina agli esami di maturità col minimo dei voti: ma allo stesso tempo ha scacciato i fantasmi emersi nel pre-campionato negli incontri col Larissa (che poi proprio in coppa UEFA ha confermato la sua coriaceità) e soprattutto col Bilbao. Resta ora dacapire se l'impegno europeo, che tra breve si farà ancora più pressante, sia da considerarsi come una prova per un futuro di maggior lustro, come un intralcio agli impegni di campionato o come la possibilità di mettere a segno un risultato prestigioso. In questo senso il sorteggio previsto domani a Nyon ci darà, probabilmente, una piccola mano.