ESCLUSIVA FV, A PRANZO CON I "RAGAZZI" DELL'83: GLI ULTIMI CAMPIONI DELLA PRIMAVERA

16.06.2023 14:00 di  Pietro Lazzerini  Twitter:    vedi letture
Fonte: Andrea Giannattasio e Ludovico Mauro
ESCLUSIVA FV, A PRANZO CON I "RAGAZZI" DELL'83: GLI ULTIMI CAMPIONI DELLA PRIMAVERA
© foto di pietro.lazzerini

40 anni dopo la Fiorentina Primavera che vinse l'ultimo titolo di categoria della storia viola, è ancora un gruppo molto coeso. Tanto da aver la voglia di ritrovarsi ancora per mangiare insieme e ricordare quella cavalcata che, l'anno dopo della dolorosa stagione del 'meglio secondi che ladri', portò la giovane squadre di Vincenzo Guerini a cucirsi sul petto il tricolore. FirenzeViola.it, in esclusiva, ha potuto intervistare alcuni dei protagonisti di quella stagione proprio a margine della reunion che tra sorrisi e battute ha permesso anche ai tifosi viola di ricordare uno dei più bei successi della storia del club. 

A prendere la parola per primo c'è Antonio Strano, capitano di quella squadra che non nasconde l'emozione quando parla del primo ricordo legato a quell'annata: "Mi ricordo bene le scene finali allo stadio Comunale dopo la vittoria. Ritrovarsi dopo 40 anni è bellissimo". 

Quali erano le squadre top di quel campionato? 
"Le finali erano con due gironi da 4 e le prime si scontravano in finale. C'erano la Lazio, il Cesena, il Napoli... Due gironi importanti". 

La forza di quella squadra era il gruppo costruito da Guerini? 
"Io penso che la giornata di oggi dimostri tutti: non ci sono stranieri, siamo tutti italiani e tanti fiorentini. Questa era la forza. La forza di Guerini è stata quella di creare un gruppo così, che ha giocato con sintonia". 

Un giudizio sulla stagione della Fiorentina di Italiano? 
"Ho seguito le finali, seguo ogni tanto il calcio ma mi diverto poco. Ho allenato a lungo ma ora non mi rivedo più nelle nuove generazioni. Seguo la Fiorentina, mi dispiace perché soprattutto contro l'Inter meritavamo qualcosa di più". 

Subito a ruota è Stefano Carobbi a parlare ai nostri microfoni ricordando così quella stagione prima di commentare anche la stagione appena conclusa: "Fu uno scudetto importantissimo. Ci ritroviamo ogni anno, è un gruppo fantastico. Guerini ha avuto il pregio di costruire una squadra che era un'arma letale contro tutti. Ritrovarsi qui dopo 40 anni significa che c'erano basi solide, per questo forse abbiamo vinto". 

Rammarico o sollievo per essere ancora gli ultimi ad aver vinto uno scudetto Primavera con la Fiorentina?
"Siccome erano 40 anni, era l'anno giusto per abdicare. Mi aspettavo i rigori ma è andata male". 

Cosa pensa della conferma di Italiano?
"Io sono contento, c'è chi dice che è stata una annata  non bella ma io invece credo sia stata positiva e di crescita. Italiano è la persona giusta al posto giusto". 

Qual è la priorità del mercato viola? 
"La priorità è trovare qualcuno a centrocampo chesappia dettare i tempi giusti. Una punta sarebbe importante, una punta di spessore che porti almeno 15/18 gol a stagione. Arnautovic? Sì, è un calciatore importante. Serve uno che timbri il cartellino ogni anno e che segni almeno 18 gol all'anno". 

Pierluigi Pierozzi è l'ex viola che prosegue il ricordo di quell'annata spettacolare: "Quello che ricordo è la continuità del lavoro che avevamo fatto l'anno prima. Un bellissimo gruppo che si era rinforzato. Eravamo consapevoli della nostra forza ma quell'anno c'erano grandi squadre con giocatori che hanno gatto una grande carriera. Quello scudetto ce lo siamo meritati, con un allenatore che ci ha reso giocatori veri, con un modo di vivere il gruppo attualissimo che sarebbe buono da riproporre anche adesso. Non abbiamo mai mollato nemmeno nelle difficoltà". 

Quando avete vinto lo scudetto Primavera avete fatto un pensiero al mancato titolo della prima squadra nel 1982? 
"L'anno prima, quando avevamo vinto il Viareggio facendo comunque un'ottima stagione, dopo l'ultima partita andammo insieme ai  tifosi  a festeggiare come avessimo vinto lo scudetto. Abbiamo partecipato da Primavera al percorso della prima squadra, l'avevamo vissuta anche da vicino e ci sentivamo defraudati da quel finale ingiusto. Sono cose che ti fortificano e probabilmente è stato un piccolo risarcimento dal lavoro della società e degli investimenti fatti". 

Due suoi omonimi potrebbero avere presto l'occasione di giocare nella prima squadra viola, cosa ne pensa?
"Sono due ragazzi diversi pur essendo gemelli. Nicolò ha dimostrato di essere un buon giocatore ed è giusto dargli un'opportunità. E' giusto far entrare in rosa ragazzi come lui anche in prima squadra. La Fiorentina ci deve credere un po' come fece la nostra viola nel 1983. Speriamo che i Pierozzi facciano una grande carriera". 

Tra i presenti al pranzo di San Casciano c'era anche Mario Bortolazzi, attualmente vice tecnico del Brescia con un passato anche da assistente di Donadoni a Parma e Bologna: 
"Parlando con tutti ci vengono alla memoria momenti vissuti insieme. Abbiamo vissuto delle belle esperienze". 

Quale fu il segreto di quella vittoria? 
"Guerini aveva creato un gruppo di amici prima che di calciatori e si vede dall'entusiasmo che c'è quando ci ritroviamo in queste giornate. Non c'erano prime donne, un gruppo di giocatori che avevano fame di calcio". 

Che anno è stato per la Fiorentina?
"Penso che sia stato giusto confermare Italiano: il campo ha parlato. Centrare due finali in un anno non è semplice per nessuno. Va dato merito a Italiano di aver costruito una squadra che  ha ottenuto questo tipo di risultati". 

Cosa pensa di Orsolini in chiave viola? 
"Quando eravamo a Bologna con Donadoni era ancora giovane. Sono passati 5 anni e ha fatto un grande passo in avanti, è migliorato in tutto, non solo in campo. Sicuramente è un ottimo calciatore, se dovesse venire alla Fiorentina darebbe una grossa mano anche se somiglia molto a Nico Gonzalez e Ikoné". 

Lei conosce bene anche Cistana, potrebbe fare al caso della Fiorentina?
"Penso che sia un buon giocatore che può diventare ottimo se fa il salto, nel senso che andare in una società importante con un allenatore che lavora molto bene in difesa, con le  qualità che  ha può fare il salto di qualità e può dare una mano alla Fiorentina". 

Infine non poteva non essere coinvolto anche Luca Cecconi, autore dei gol che permisero a quella Fiorentina Primavera di vincere lo scudetto nel 1983: "È sempre un'emozione ritrovarsi. Passati tanti anni, quando avevamo 17 anni, c'è una serie di emozioni che si rivivono quando ci incontriamo". 

A inizio stagione avevate la sensazione di poter vincere il titolo? 
"Quella squadra lì aveva la consapevolezza di essere forte, con Guerini aveva preteso delle conferme importanti. Sapevamo che potevamo lottare per il titolo, poi arrivare alla vittoria la strada è fatta di fortune ed episodi. 

Sono tanti i giocatori del Bologna attuale che risultano tra gli obiettivi, ce n'è uno da prendere?
"Io in tempi non sospetti, circa 3 anni fa, quando a Bologna mi fu chiesto un parere su questi calciatori dissi, tra la sorpresa generale, che mi era piaciuto molto Schouten. In quel ruolo lì, era uno molto bravo. Abbinava copertura e visione di gioco ad altre caratteristiche. Sostituire Amrabat con Schouten sarebbe un bell'affare. 

Arnautovic? 
"Bisognerebbe entrarer anche nella testa dei desideri dell'allenatore. I centravanti hanno caratteristiche diverse l'uno con l'altro. Arnautovic è un giocatore che ha certe caratteristiche di alto livello e altre che piacciono meno agli allenmatori. Infatti anche Thiago Motta lo ha lasciato fuori spesso e non solo per la forma atletica. Se sfruttato nella zona centrale, un po' alla Ibrahimovic, ha qualità importanti. Ma dipende dall'allenatore". 

Quale futuro per Aquilani? 
"L'allenatore per giudicarlo bene bisognerebbe vederlo da vicino oppure molto spesso nelle partite. Io ho visto solo la finale contro il Lecce, ed è stata una partita bruttina che mi ha deluso. Però ha vinto tanto e ha fatto bene per arrivare lì. Un conto però è la Primavera e un conto sono le prime squadre. Non so quanto sia pronto per una squadra importante". 

© foto di pietro.lazzerini
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