DUNGA A RFV: "AMRABAT, È DURA RITROVARE IL CALORE DI FIRENZE. ARTHUR NELL'AMBIENTE GIUSTO"
Intervistato in esclusiva a Radio Firenzeviola, Carlos Caetano Bledorn Verri, meglio noto come Dunga, ha parlato del suo passato con la maglia della Fiorentina e delle prospettive future della squadra di Italiano: "E' sempre un piacere tornare a Firenze a ricordare gli anni che ho vissuto in viola. Posso vivere meglio la città ora per vedere le cose più belle che ci sono. Da giocatore facevo meno e mi concentravo principalmente sugli allenamenti, ora mi posso godere di più Firenze".
C'è ancora amarezza per aver solo sfiorato un trofeo lo scorso anno
"Si, però arrivare in due finali vuol dire che si è fatto un bel lavoro. Adesso servono conferme per avvicinarsi ai campioni e vincere un trofeo".
Cosa ne pensa di Italiano? E del suo modo di giocare
"Il calcio è così, quando si vince si ha ragione. Nel calcio moderno tutti vanno all'attacco, ma in Italia un tempo si sfruttavano le grandi capacità dei difensori e si giocava di contropiede, adesso sono cambiate tante cose. Ciò che conta è vincere, il resto sono chiacchiere".
Cosa ne pensa invece di Arthur?
"Deve giocare, quando si sta troppo fermi non si riesce ad esprimere le proprie qualità. Quando c'è fiducia certi giocatori, soprattutto i brasiliani, riescono a rendere al meglio, gli piace giocare a calcio. A Firenze credo abbia trovato l'ambiente giusto, come aveva a Porto Alegre. E' un regista che costruisce il gioco. Ha un buon passaggio. In Italia si deve fare qualcosa di più però".
Ha avuto modo di vedere Beltran?
"I sudamericani hanno qualità e tecnica in più rispetto ad altri giocatori, ma in un altro campionato devi capire come giocare. In Serie A c'è più tattica e la marcatura è più stretta. In poche opportunità devi saper fare gol".
Su Amrabat: "Sembra che voglia andarsene, ma deve capire che difficilmente troverà la passione e l'amore della gente di Firenze da altre parti. Ti fanno sentire importante, deve capire se vale la pena cambiare squadra. io finché ho potuto sono rimasto alla Fiorentina, ho sempre sentito l'amore e l'anima della gente: non è solo calcio. Poi dovetti partire, ma sarei rimasto volentieri".
Ma potrebbe fare ancora comodo Amrabat a questa Fiorentina?
"Sicuramente sì, è un campione. Per come ha giocato lo scorso anno fa ancora comodo".
Sull'Arabia Saudita: "Nel calcio ci sono queste situazioni, bisogna stare pronti per affrontarle. Mancini? L'Arabia vuole fare il salto di qualità sia con giocatori che con allenatori. Nel 1995 successe la stessa cosa per il Giappone. Credo sia una cosa positiva che certi giocatori vadano ad alzare il livello di un certo campionato".
Il Brasile è pronto per rilanciarsi come nazionale?
"Ancora no, non si è decisa la strada da intraprendere. Ci sono giocatori di qualità, ma manca la programmazione. Si segue soltanto l'istinto, basta vedere come sta andando la scelta dell'allenatore. E' importante sapersi organizzare".
Il Napoli le è piaciuto?
"E' una squadra forte che quando andava in campo sapeva cosa voleva. Il Napoli ha meritato lo scudetto, è una città innamorata della squadra un po' come Firenze. Poi Spalletti ha fatto un grande lavoro".
Il Milan di Pioli come lo vede?
"Bene, anche Pioli ha fatto un buon lavoro a Firenze e al Milan sta facendo bene".
A che livello è la Serie A?
"Nell'ultimo anno è cresciuto molto. Servono stranieri che facciano la differenza e che siano uno "specchio" dei giovani italiani come era un tempo. Si portavano campioni che i giovani ammiravano. Il calcio è cambiato, l'Italia dovrebbe avere sempre grandi difensori per giocare in contropiede, magari se vuoi qualità peschi dal Brasile. Deve restare l'essenza del calcio italiano, così come per Argentina, Brasile, Germania".
C'è un nuovo Dunga?
"Ci sono giocatori diversi, non possiamo fare paragoni".
Cosa ne pensa di Murillo del Corinthians?
"E' un giocatore bravo, i difensori brasiliani sanno difendere e costruire il gioco. E' capace nell'uno contro uno e nel gioco aereo. Poi devi capire che giocare in Serie A, in Brasile c'è minor pressione delle squadre avversarie".
Su Fausto Vera: "Ci vuole tempo, al Corinthians c'è pressione e certi giocatori la subiscono. Comunque è una buona squadra che ti prepara al calcio europeo".